Cronache

Torino, sgomberare il campo rom costerà milioni

Nel capoluogo piemontese sono iniziati i lavori di demolizione del centro abusivo abitato da mille persone

Un campo rom in una foto d'archivio
Un campo rom in una foto d'archivio

È iniziato lo sgombero del campo rom abusivo in Lungo Stura Lazio, alla periferia nord di Torino. Nell’insediamento vivono circa mille nomadi e le operazioni odierne delle forze dell’ordine, iniziate all’alba, hanno interessato le baracche e roulotte di circa 50 famiglie (per un totale di oltre 150 persone), riversatesi ora nella parte dell’accampamento non ancora sottoposto alla demolizione e in altre tendopoli cittadine, probabilmente nel vicino e affollato centro di via Germagnano.

In Lungo Stura Lazio, nei prossimi mesi, sarà costruito un centro sportivo privato e sorgerà anche una pista ciclabile. Il terreno è stato messo sotto sequestro dalla magistratura e appena lo sgombero sarà ultimato, si procederà alla bonifica di quello che fino ad oggi era uno dei campi rom più grossi della città. Il tutto, però, ha un conto salato: secondo le stime de La Stampa, il costo complessivo dei lavori sarà di 5 milioni di euro, tutti soldi pubblici.

Gli sfollati hanno ricevuto il sostegno dei servizi sociali torinese, della Protezione Civile e della Croce Rossa Italiana, che garantiscono accoglienza umanitaria alle persone in condizione di fragilità e con problemi di salute; le donne in gravidanza sono state accolte in strutture di housing insieme ai minori, circa una sessantina.

L’Associazione 21, scrive il Quotidiano Piemontese, critica duramente il Comune per l’abbattimento delle baracche: “Lo sgombero forzato si configura come un’azione illegale secondo il diritto internazionale e non rispettosa degli standard e delle garanzie procedurali previste dal Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite”.

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