In elicottero per la polenta. Scoppia il caso sui divieti: cosa è successo

Tre imprenditori, lo scorso sabato, hanno eluso i controlli raggiungendo i piani di Artavaggio, zona arancione, con l'elicottero

In elicottero per la polenta. Scoppia il caso sui divieti: cosa è successo

Lo scorso sabato mattina, 16 gennaio, sui piani di Artavaggio, in provincia di Lecco, non è passato inosservato l'arrivo di ben tre elicotteri al rifugio Nicola. In ognuno di questi era presente, oltre ovviamente al pilota, una persona per ciascun velivolo. L'abitudine di arrivare in elicottero, invece di utilizzare la motoslitta, il quad o più semplicemente le ciaspole o la funivia, come racconta anche il proprietario del locale dove i tre imprenditori hanno consumato il pasto, non è nulla di strano. A dire il vero, quando il tempo lo permette, si tratta di una pratica piuttosto usuale, cominciata negli anni '80 da un amico, conosciuto durante gli anni del militare, del precedente proprietario della baita.

Un panino, una bibita, forse un piatto di polenta e nulla più, ovviamente consumati, come prevede la regolamentazione dell'ultimo dpcm, all'esterno del locale, ossia d'asporto, nonostante il locale dalla chiusura di marzo scorso si sia attrezzata con plexiglass e tutti i presidi sanitari necessari, per poi essere pronti a ripartire per chissà dove. "Sono clienti abituali. Imprenditori brianzoli che conosciamo da decenni, che spesso in passato, sempre con l’elicottero, hanno fatto capolino da noi" -racconta Walter Esposito, il titolare del rifugio- "Non li vedevo da prima della pandemia. Forse hanno deciso di regalarsi una giornata speciale prima che chiudesse nuovamente tutto".

Il vero problema, infatti, non sta nel come hanno raggiunto la baita ma nel quando lo hanno fatto. Rispetto agli altri sciatori che normalmente raggiungono la baita con la funivia, che sale da Moggio, l'arrivo con l'elicottero per i tre è la normalità ed infatti non è questo ad aver scatenato la polemica. Ciò che ha creato scompiglio è che, essendo il luogo del rifugio una zona arancione, non erano autorizzati gli spostamenti se non per motivi di salute, lavoro o assoluta necessità.

Sorgono altri dubbi sulla liceità, o meno, dello spostamento anche perchè, sempre come spiega la normativa: oltre la questione fondamentale del trasferimento autorizzato solamente per necessità, il passaggio da un comune all'altro è concesso, nel raggio di trenta chilometri, qualora si viva in Comune con meno di cinquemila abitanti. Ciò che il dpcm non spiega però è come vadano calcolati questi chilometri. In linea d'area o no?

"Non è utilizzando l’elicottero che si

evitano i controlli. Il piano volo deve sempre essere comunicato all’Enac. Spero fosse una sosta in attesa di raggiungere altri luoghi per le esigenze previste dalla normativa", ha commentato il prefetto di Lecco.

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