
Un incidente stradale può capitare a chiunque, anche al guidatore più prudente. La domanda, però, è sempre la stessa: come fare richiesta di risarcimento, con la garanzia di ricevere quanto ci spetta? Vediamo cosa serve sapere, dai sinistri più comuni alle “insidie” nascoste, per muoversi senza compiere errori, e ottenere quello che ci spetta, non perdendo tempo e pazienza.
Non solo i “classici” incidenti
Quando si pensa a un sinistro, la mente corre subito alle auto che si scontrano. In realtà, la legge parla anche di incidenti da “insidia o trabocchetto”: cioè danni causati da buche, marciapiedi rotti, segnaletica mancante o altri pericoli che chi ha in custodia la strada avrebbe dovuto segnalare o sistemare.
L’articolo 2051 del Codice civile dice chiaramente che chi ha in custodia il bene (per esempio il Comune) risponde del danno, a meno che non dimostri che si è trattato di caso fortuito. In pratica, se ci si fa male o si rompe qualcosa a causa di una cattiva manutenzione, si può chiedere un risarcimento. Ma servono le prove: foto, testimonianze e ogni elemento che colleghi il danno alla “cosa” mal custodita.
La strada più veloce: l’indennizzo diretto
Per gli incidenti tra veicoli, dal 2007 c’è una procedura che semplifica molto: l’indennizzo diretto. Significa che ci si rivolge alla propria compagnia di assicurazione, non a quella della controparte. Cosa è bene fare subito in questo caso:
compilare il modulo blu (quello di constatazione amichevole);
portarlo alla propria compagnia entro 3 giorni;
attendere che vengano eseguite le verifiche su responsabilità e danni.
Se ci sono solo danni materiali, l’offerta di rimborso deve arrivare entro 15 giorni. Se invece si sono riportati anche danni fisici, bisogna prima consegnare il certificato medico di guarigione, in modo che un medico legale possa valutare l’entità delle lesioni. Cosa si può chiedere:
i danni al veicolo, che il perito dell’assicurazione quantificherà;
i danni fisici, che un medico legale valuterà, indicando giorni di inabilità e eventuale grado di invalidità.
Se l’offerta non risulta convincente, è possibile rifiutare. In ogni caso, entro 15 giorni la compagnia è tenuta a versare un acconto.
Quando il risarcimento non arriva
Non tutti i casi danno diritto all’indennizzo, che non viene pagato se:
si è unici responsabili e non si ha la polizza Kasko;
il sinistro è frutto di un comportamento doloso, o gravemente imprudente;
non si è prestato soccorso in caso di feriti (rischiando peraltro anche una denuncia penale).
Quando non vale l’indennizzo diretto
Non sempre ci si può rivolgere alla propria compagnia. Ci si deve rivolgere a quella del responsabile se:
nell’incidente sono coinvolti più di due veicoli;
c’è un’auto immatricolata all’estero;
si è un passeggero: in questo caso la richiesta si fa all’assicurazione dell’auto su cui si viaggiava.
In quali casi rivolgersi a un legale
Può capitare che la compagnia non risponda o faccia un’offerta troppo bassa. Si può agire legalmente se:
sono passati 60 giorni senza risposta;
sono passati 90 giorni in caso di lesioni personali.
Si tenga anche presente che c’è un periodo di prescrizione per il risarcimento danni da incidente stradale, fissato in due anni dal giorno in cui è accaduto l’evento. Per interrompere la prescrizione basta inviare una raccomandata a/r o una Pec alla propria compagnia con la richiesta formale.
In ogni caso, qualunque sia il tipo di incidente in cui si dovesse incorrere, il consiglio è di non fidarsi della memoria.
Meglio scattare foto subito, annotare targa, ora, luogo, raccogliere i contatti dei testimoni. Più prove si possono produrre, più è facile ottenere il giusto risarcimento, non fermandosi a ciò che la compagnia è disposta a offrire in prima battuta.