Cronache

Trieste mette al bando la bandiera comunista

Approvata la mozione che vieta stelle rosse e vessilli tititi alle manifestazioni del primo maggio previste a Trieste. Per il centrodestra: "Quelle bandiere sono una provocazione"

Trieste mette al bando la bandiera comunista

Trieste ha messo al bando le bandiere comuniste. La mozione per vietare le stelle rosse e i vessilli titini alla manifestazione del primo maggio è stata approvata. Tutto meriti della maggioranza di centrodestra al consiglio comunale.

"Quelle bandiere sono una provocazione"

Il primo maggio per i triestini ha un duplice significato: si festeggia la feste dei lavoratori ed è anche l'anniversario dll'ingresso delle truppe jugoslave in città. Da quel primo maggio 1945 cominciò l'occupazione titina, durata quaranta giorni. Proprio per questa ricorrenza e per la coicidenza spesso nelle manifestazioni sindacali spuntano come funghi le bandiere slave con la stella rossa. E tanti altri simboli che fanno riferimento del regime del Maresciallo.

L'esposizione di queste simboli non piace alla stragrande maggioranza dei cittadini, che ricordano in Tito alla tragedia della Foibe e all'esodo giuliano-dalmata. Dettaglio sottolineato anche da Paolo Polidori, capogruppo della Lega Nord nel consiglio comunale. "Quelle bandiere sono chiaramente una provocazione" aggiunge il leghista. Ora la mozione, approvata con voto favorevole dalla solo maggioranza, impegna il sindaco "a trasmettere il sentimento del consiglio comunale di Trieste al prefetto, al questore e agli organizzatori delle manifestazioni per il primo maggio, invitadno questi ultimi a [...] isolare ed espellere persone che si machiassero di tali comportamenti inqualificabili".

La promesse è una sola, se dovessero fare capolino i simboli banditi, si invitano il questore e il prefetto a vietare le manifestazioni per il 2018.

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