
Quando era ancora in corsa per conquistare la Casa Bianca e nei suoi primi due mesi di mandato, la prima e più forte richiesta di Trump era quella di fermare il flusso di immigrati clandestini. Ma ora che il numero di arrivi mensili al confine con il Messico è sceso dai duecentomila e più degli anni di Biden a meno di diecimila, l'immigrazione clandestina non è più all'ordine del giorno, perché ciascuno degli immigrati ancora intercettati dalla Polizia di Frontiera (9.740 nell'agosto 2025) può essere interrogato e immediatamente rimpatriato in Messico, con pochissime eccezioni: quelle di chi ha valide richieste di asilo come i rifugiati tibetani, eccetera.
All'interno degli Stati Uniti, la polizia anti immigrazione ICE ("ghiaccio") sta sistematicamente cercando gli immigrati clandestini che può espellere, a partire da quelli che hanno commesso qualche reato penale, ma espelle anche gli immigrati che hanno trovato lavoro o avviato un'attività in proprio, ma che non hanno mai regolarizzato la loro posizione: anche loro vengono prontamente espulsi.
Con milioni di immigrati illegali ancora negli Stati Uniti e altri che cercano ancora di arrivare, l'amministrazione Trump non si affida solo alla polizia di frontiera e all'ICE per fermare, trovare e deportare ciascuno di loro, ma punta anche all'effetto indiretto e dissuasivo: invece di ricevere messaggi da persone che sono riuscite ad attraversare il confine come in passato, ora chi è rimasto a casa sente dire che sono state fermate e immediatamente rimandate in Messico, il che dissuade molti altri dal tentare; sicché ogni espulsione dell'ICE induce molti altri nella stessa situazione a tornare a casa volontariamente ("autoespulsione"), invece di rischiare un arresto improvviso e l'allontanamento senza poter raccogliere i propri effetti personali, vendere i propri beni e liquidare i conti bancari. Solo in Florida le auto-espulsioni si contano a decine di migliaia, molte delle quali riguardano venezuelani a cui era stato concesso un asilo temporaneo ormai scaduto da tempo. Sotto Biden potevano rimanere. Sotto Trump non possono, e quindi fanno i bagagli e se ne vanno, invece di rischiare l'espulsione dopo un incontro casuale con l'ICE.
Il fattore chiave per il successo di questa politica è il sostegno degli americani "ispanici", ovvero i cittadini statunitensi provenienti dall'America Latina che hanno fatto lo sforzo di diventare cittadini legali, e i loro discendenti. Odiavano la generosità fatua dell'amministrazione Biden, che ha assicurato camere d'albergo e carte di credito a tutti gli immigrati illegali, compresi quelli che riconoscevano come membri di bande criminali. Molti ispanici hanno votato per Trump e ora sono contenti di vederlo agire esattamente come aveva promesso.
La richiesta di Trump di ridurre il numero dei dipendenti del governo federale - che erano 2.289.472 il giorno in cui è diventato presidente - è stata finora attuata con il licenziamento di massa di 128.709 dipendenti federali che lavoravano in uffici ridimensionati o completamente aboliti e con le dimissioni volontarie di 154.000 dipendenti di tutto il governo, che hanno lasciato subito dopo l'insediamento, in cambio della retribuzione piena e dell'assistenza sanitaria pagata fino al 30 settembre 2025. Elon Musk e i suoi giovani esperti di efficienza che hanno setacciato gli uffici governativi dopo l'insediamento alla ricerca di dipendenti superflui hanno ormai lasciato Washington, ma Trump è ancora assistito da un team di esperti (i cui stipendi sono pagati dai donatori) che sono alla ricerca di altro personale da licenziare e altri uffici da chiudere.
Trump è stato molto esplicito nelle sue promesse di fermare l'immigrazione clandestina e ridurre la burocrazia federale. Ha detto molto meno, anzi quasi nulla, su un altro dei suoi obiettivi, per lui ancora più importante e certamente più ambizioso: la reindustrializzazione dell'economia americana.
Per decenni, il governo degli Stati Uniti ha promosso con vigore la "globalizzazione", anche se il numero di chiusure di fabbriche continuava ad aumentare, così come il numero di prodotti che non venivano più fabbricati negli Stati Uniti. Un esempio sono stati i camici ospedalieri, dei quali improvvisamente si è avuto un enorme bisogno con la diffusione del Covid. Il problema è che non venivano più prodotti negli Stati Uniti, ma provenivano tutti dalla Cina, che ha smesso di esportarli quando è esplosa la pandemia. Fu allora, durante il suo primo mandato presidenziale, che Trump scoprì la pericolosa dipendenza degli Stati Uniti dai prodotti cinesi di ogni tipo, compresa la maggior parte degli strumenti industriali. Una presa di coscienza che, alla fine del suo primo mandato, gli fece formulare una rivoluzionaria politica commerciale, in cui il rimpatrio di tutti i manufatti essenziali ha la precedenza sul principio del libero scambio, a lungo guida della politica statunitense.
All'inizio della sua seconda amministrazione, prima ancora di nominare i suoi funzionari chiave, Trump ha iniziato ad attuare la sua nuova politica con una telefonata: ha chiamato C. C. Wei, il capo del più grande produttore mondiale di microprocessori, la TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company Limited), per dirgli che la TSMC doveva costruire fabbriche negli Stati Uniti e iniziare a formare dipendenti americani il prima possibile, nel giro di poche settimane e non di mesi, come poi è effettivamente avvenuto. Ha fatto lo stesso per l'industria siderurgica, intervenendo nella vendita della US Steel alla Nippon Steel, per garantire che i nuovi proprietari giapponesi aumentassero la produzione di acciaio negli Stati Uniti invece di ridurla, come avevano previsto.
Ma Trump ha capito che la reindustrializzazione doveva estendersi ben oltre poche imprese, per quanto importanti, e che ciò poteva avvenire solo con i dazi, il cui scopo non è quello di raccogliere entrate (anche se ciò accade), ma piuttosto di aumentare i prezzi a livelli sufficientemente alti da incentivare la produzione all'interno degli Stati Uniti. Ciò è puntualmente avvenuto e l'occupazione industriale ha iniziato ad aumentare nel giro di pochi mesi. Dopo aver ucciso la più sacra delle vacche sacre con il suo attacco frontale al libero scambio, Trump sta registrando con soddisfazione l'aumento della produzione industriale e dell'occupazione, un processo che vuole continuare negli anni a venire: una delle priorità attuali è la cantieristica navale, con alcune delle tecnologie fornite da Fincantieri.
Il motivo per cui
Trump mantiene la sua autorità presidenziale, nonostante le sue incessanti provocazioni, è che tutto il rumore causato dalle cose che si rompono è meno importante della crescita dell'economia statunitense sotto la sua guida.