Cronache

L'allarme dei medici: "Il 50% dei detenuti stranieri colpito da Tbc latente"

Le percentuali di Tbc latenti tra i detenuti stranieri raggiungono il 50% dei casi: "Molto alto il rischio che possano crearsi dei ceppi multiresistenti"

L'allarme dei medici: "Il 50% dei detenuti stranieri colpito da Tbc latente"

Scatta l'allarme tubercolosi nelle carceri italiane, un dato che emerge con chiarezza dagli studi condotti dalla Società italiana di Medicina e Sanità penitenziaria (SimsPe).

L'occasione per il confronto tra gli esperti è quella del XX Congresso nazionale Agorà penitenziaria 2019, che ha radunato oltre 200 partecipanti, i quali hanno raggiunto Milano da ogni parte dello Stivale.

Presieduto dal dott. Roberto Ranieri, l'evento, intitolato "Il carcere è territorio", è in corso presso l'Auditorium Testori del Palazzo Lombardia. L'occasione importante di confronto tra gli specialisti consente di tracciare un quadro della situazione di sanità e salute negli istituti penitenziari di tutto il Paese e di rilevare dei preziosi dati a riguardo.

Da un lato si registrano i rallentamenti nella diffusione dell'epatite C (anche se tuttora risulta l'infezione più diffusa tra i carcerati) e del virus dell'Hiv, dall'altra un incremento dei casi di tubercolosi.

Grazie ai dati diffusi dal Ministero della giustizia, sappiamo che oltre un terzo della popolazione carceraria è straniera. Se a questo aspetto si aggiungono il collasso di numerosi sistemi sanitari all'estero e gli spostamenti delle persone si può comprendere perchè i tassi di tubercolosi latente siano più alti dietro le sbarre che nel territorio in generale. In Italia è stimato un tasso dell'1-2% di tubercolosi cosiddette "latenti", ovvero relative a portatori non colpiti dal male. Per contro, in carcere la percentuale aumenta al 25% con picchi del 50% quando ci si riferisce a detenuti stranieri.

"Anche se stiamo parlando non di malattia attiva ma solo di contatti con il patogeno, un detenuto su due risulta essere tubercolino positivo e questo sottintende una maggiore circolazione del bacillo tubercolare in questo ambito.", dice il direttore scientifico del SimsPe Sergio Babudieri, come riportato da AskaNews.

"È indispensabile effettuare controlli estesi in questa popolazione, perché il rischio che si possano sviluppare dei ceppi multiresistenti è molto alto, con conseguente aumento della letalità nei pazienti in cui la malattia si sviluppa in modo conclamato".

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