Cronache

Tutto è lecito tranne la famiglia tradizionale

Tutto è lecito tranne la famiglia tradizionale

Q ualsiasi cosa, purché contro la natura. Chiunque in Italia può essere genitore, tranne quelli veri, nei confronti dei quali il ferreo polso dell'autorità giudiziaria ama fare sentire il proprio non discutibile potere. Dopo le madri povere, cui invece di erogare un sussidio vengono sottratti i bimbi per darli in adozione, tocca ai genitori «troppo anziani». Alla coppia di Casale Monferrato non verrà restituita la loro bimba malgrado si sia rivelata falsa l'accusa di abbandono che sette anni fa aveva motivato l'allontanamento. Non c'è stato nessun abbandono, ma «ormai l'abbandono fa parte della sua storia» ha stabilito il giudice di Torino. E quindi la bimba resterà con la coppia cui era stata prima affidata, e poi data in adozione.

Anche i genitori veri sono stati così abbandonati, ma dal diritto. Il giudice, pur avendo riconosciuto che non avevano mancato in nulla verso la bimba, dopo averla loro sottratta ora non la restituisce più. La loro colpa, in tutta questa vicenda è quella di essere «troppo anziani». Quando la bimba è nata, avevano lui 69 anni, e lei 57. Certo, c'era stata di mezzo una fecondazione assistita che aveva funzionato bene, ma il guaio era (ed è rimasto) che il gruppo sociale delle coppie eterosessuali anziane, al contrario di altre, molto più inconsuete in funzione genitoriale ma più spettacolari e di moda, non era smart. Di padri vecchissimi e madri miracolate in tarda età si parla fin dalla Bibbia, e in altre importanti narrazioni tradizionali ma, appunto, non è in fondo niente di nuovo.

Soprattutto non ci sono lobby potenti che spingono, sindaci con la fascia tricolore che corrono da loro tra i flash dei giornali. Questi sono solo normalissimi genitori anziani, felici di avere una bimba, per i quali non si scomoda nessuna televisione. Contro la loro semplice e antica felicità insorge invece il pregiudizio e invidia sociale: troppo vecchi. Persino la Cassazione, già intervenuta in questa brutta storia, complicata come tutte quelle in cui il diritto vuole regolare secondo proprie e astratte categorie i legami naturali tra le persone, aveva notato che tutte le sentenze precedenti avevano sullo sfondo un pregiudizio riguardo all'età di Luigi e Gabriella, che non a caso sono stati ribattezzati dall'opinione pubblica «genitori nonni». Insomma, in Italia ogni tipo di coppia può svolgere funzioni genitoriali, ma non quella composta da un uomo e una donna, per giunta anziani. Troppo risaputa e tradizionale.

Soprattutto, come è emerso in recenti sentenze, ai giudici non interessa affatto che i bambini nascano nella madre e dal seme del padre, possono farlo ovunque purché «nell'ambito di un progetto di genitorialità condivisa», «indipendentemente dal legame biologico fra il genitore e il nato» come dice una delle sentenze recenti che istituiscono famiglie con due papà e nessuna mamma. Ventre materno e seme paterno ormai danno fastidio. Il corpo della madre va lasciato lontano e dimenticato. Quanto al padre, occhio all'anagrafe. Ciò che conta piuttosto, si spiega nelle sentenze, è il «progetto», il «desiderio». Insomma la testa. Una genitorialità non più biologica (ci mancherebbe) ma giuridico-cerebrale. E si tengano lontano i vecchi.

Abramo? Troppo patriarcale.

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