Aveva ammesso di aver ucciso il figlio di tre mesi gettandolo a terra. Ora la donna, una 26enne di Catania, è stata scarcerata e posta agli arresti domiciliari, da scontare presso una comunità terapeutica assistita.
Lo ha deciso la giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania, Giuseppina Montuori. È stata dunque accolta la richiesta del legale della mamma, Luigi Zinno. Secondo quanto scrive SkyTg24, la difesa sostiene che la donna ha ancora "dei vuoti" e "difficoltà nel capire le domande e rispondere". Inoltre "non ha realizzato l'accaduto e per questo ha bisogno di una struttura protetta che l'aiuti psicologicamente. Comunque vada lei si sentirà colpevole dell'accaduto, e si autocondannerà da sola. Ha bisogno d'aiuto".
La donna sarà anche sottoposta a perizia psichiatrica. La struttura individuata si troverebbe a Mascalucia, sempre nel catanese.
I tragici fatti risalgono alla metà di novembre. Dopo essersi presentata al pronto soccorso, la donna aveva inizialmente raccontato che il figlio "si era fatto male cadendole accidentalmente dalle braccia" e che a provocare la caduta, secondo lei, era stata "una spinta che si era dato da solo".
Ma nell'interrogatorio davanti ai pm la giovane era crollata. Aveva ammesso di aver ucciso il figlio scaraventandolo verso il suolo, anche se non ricordava il movente del gesto. "Avevo la mente oscurata", le parole della donna, che affermava di non essere in grado di spiegare che cosa fosse accaduto. "Amavo mio figlio", aveva confidato ancora agli inquirenti facendo pensare a un raptus.
Ipotesi che la giudice Montuori sembra confermare con la decisione odierna. Potrebbe dunque trattarsi di un episodio legato al fenomeno della depressione post-partum, un disturbo che si può individuare grazie ad alcuni segnali da non sottovalutare.
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