Cronache

Uccise la moglie "per amore". Pena ridotta all'omicida

Maria Rosa Elmi, 73 anni, fu uccisa dal marito Mauro Bergonzoni. Il settantenne, accusato di omicidio aggravato, è stato condannato a 8 anni di reclusione. La verità in un biglietto: "Lei voleva morire, era consenziente"

Uccise la moglie "per amore". Pena ridotta all'omicida

Uccise la moglie, Maria Rosa Elmi, 73 anni, e poi tentò il suicidio. Ma per il giudice del Tribunale di Bologna, Mauro Bergonzoni, un 77enne di Castello di Serravalle, lo avrebbe "fatto per amore". Motivo per cui il magistrato ha deciso di accogliere la richiesta del pm Marco Forte di derubricare il reato da volontario a omicidio del consenziente. L'uomo, che si trova ricoverato in gravi condizioni dal quel drammatico fragente, è stato condannato a 8 anni pena con la concessione delle generiche.

La storia di Maria Rosa e Mauro

Una storia d'altri tempi, di un amore disperato culminato con un epilogo tragico, che ha raccontato il giornalista Nicola Bianchi sulle pagine de Il Giorno. Lui cacciatore e lei casalinga. Era bastato uno scambio di sguardi, in gioventù, a far scoccare la scintilla: "per sempre". Si erano giurati amore eterno e insieme avevano messo su famiglia a Castello di Serravalle, nel comune di Valsamoggia. Un matrimonio felice, una figlia, e una piccola casa immersa nel verde. Fino a quando, qualche anno fa, Maria Rosa precipita nel vortice della depressione. Mauro, il marito, non la lascia sola neanche per un secondo. Ma di nascosto piange e si confida con la figlia Tania: "Mamma voleva morire - racconterà poi la ragazza in Tribunale -e papà ne soffriva. Ogni volta che ero con loro, papà si nascondeva in qualche stanza e piangeva".

La tragedia

Nel 2019 Maria Rosa tenta il suicidio ma si salva. Ciononostante continua ad essere stremata, soprafatta dalla sofferenza. Al punto da implorare il marito di ucciderla. Mauro tergiversa, prende tempo: "Maria, come potrei fare senza di te?". Finché un giorno, ad agosto del 2021, l'anziano decide di assecondarla. Insieme, come avevano sempre fatto, raggiungono in auto un boschetto di Castello. "Ti amo", le sussurra lei. Lui le spara un colpo fatale al petto. Poi punta l'arma verso sé stesso: uno, due colpi. Respira ancora. Un cacciatore trova i due corpi immersi in una pozza di sangue e allerta i soccorsi. Sul posto intervengono i carabinieri e un'ambulanza del 118.

"Uccise la moglie per amore"

Mauro sopravvive ma da quel giorno la sua vita è sospesa ad un filo. Finisce a processo con l'accusa di omicidio volontario confessando che lui e la moglie avevano deciso di morire insieme. La prova arriva da un biglietto lasciato dalla coppia alla figlia Tania: "Abbiamo deciso di farla finita insieme". "Quella parola insieme - ha spiegato durante la requisitoria il pubblico ministero - rappresentava tutta la loro volontà da fare sapere alla figlia".

Tania ha perdonato il padre.

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