Cronache

Uccisione del fotoreporter Rocchelli: Markiv condannato a 24 anni

Vitaly Markiv, tenente della Guardia nazionale ucraina, è stato condannato a 24 anni di carcere per l'omicidio del fotoreporter Rocchelli. E ora il centro di rappresentanza del Donbass in Italia chiede le "scuse pubbliche da parte del presidente ucraino"

Uccisione del fotoreporter Rocchelli: Markiv condannato a 24 anni

Vitaly Markiv, eroe per l’Ucraina e omicida per la giustizia italiana. È stato lui, secondo la Corte d’Assise di Pavia, ad aver ucciso Andrea Rocchelli, il fotoreporter pavese che si era spinto alla periferia d’Europa, in Donbass, per documentare una guerra dimenticata.

Era il 24 maggio 2014. Assieme a Rocchelli morì anche il collega russo Andrei Mironov, mentre William Roguelon, il fotoreporter francese che era con loro, è stato ferito gravemente alle gambe. Tutti travolti, stando alla testimonianza dell’unico sopravvissuto, fondamentale per l’apertura dell’inchiesta, da una scarica di colpi di mortaio proveniente dalle postazioni ucraine. A fare fuoco “in concorso con ignoti” sarebbe stato proprio l’italo-ucraino Markiv, 29 anni, partito come volontario allo scoppio delle ostilità nel sud-est ucraino e inquadrato con il grado di tenente nella Guardia nazionale ucraina.

I giudici di primo grado lo hanno condannato a 24 anni di carcere, andando oltre le richieste del pm, Andrea Zanoncelli, che ne aveva chiesti 17. La difesa, invece, si è sempre battuta per l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Posizione ribadita dall’imputato che, nel corso di una dichiarazione spontanea, ha rivendicato la propria innocenza. “Sono innocente e ho fiducia nella giustizia italiana - ha affermato - Sono un soldato che ha sempre servito con onore il suo Paese”.

Come in ognuna delle precedenti tappe processuali, anche stavolta, l’aula era gremita. In prima fila, ad attendere il verdetto, c’era l’ambasciatore ucraino in Italia, Yevhen Perelygin, ma anche un nutrito gruppo di cittadini ucraini e rappresentanti della stampa di Kiev. A dimostrazione di come, dopo l’arresto, avvenuto a giugno del 2017, Markiv sia diventato una specie di eroe nazionale. Lo stesso ministro dell’Interno ucraino, Arsen Avakov, lo ha definito così.

“Roma esiga immediatamente le scuse pubbliche dal presidente ucraino Zelensky per l’uccisione di Rocchelli”, commenta invece Maurizio Marrone, presidente della Rappresentanza della Repubblica Popolare di Donetsk in Italia. “Se queste non arriveranno – prosegue – l’unica reazione dignitosa dev’essere l’interruzione di qualsiasi rapporto di collaborazione politica e militare con il governo di Kiev.

Come potrebbe il governo italiano ancora parlare con chi celebra un assassino di Italiani come eroe di guerra?”.

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