Coronavirus

"Almeno 30mila morti in meno". Ecco lo studio che fa sperare

Uno studio dell'Università di Roma Tor Vergata mostra cosa accadrebbe se si vaccinasse più dell'80% della popolazione fragile ed a rischio. "30mila morti in meno ed ospedalizzazione più che dimezzata"

"Almeno 30mila morti in meno". Ecco lo studio che fa sperare

Trentamila morti in meno, o meglio, trentamila vite salvate se gli italiani decideranno di aderire, in massa, alla vaccinazione anti-Covid e se il vaccino si confermerà efficace così come promette di essere.

Cosa dice lo studio

Per arrivare a questi numeri, però, è necessario che la copertura vaccinale superi l'80% tra le popolazioni più a rischio, quindi fragili e anziani, perché altrimenti sarebbero oltre 62mila le morti attese nel corso del 2021 qualora la vaccinazione non venisse messa in atto. Di queste, più di 17mila decessi sarebbero evitabili grazie alla vaccinazione effettuata nei primi nove mesi, tra Gennaio e Settembre 2021. È quanto afferma uno studio in via di pubblicazione dell'Università Tor Vergata di Roma coordinato da Francesco Saverio Mennini, Professore di Economia sanitaria e direttore del centro Eehta Ceis, il quale sottolinea come in caso di ritardi e "se non si riuscisse a coprire un target adeguato entro il secondo trimestre del prossimo anno rischieremmo di avere oltre 8mila decessi in più".

Secondo quanto riportato da IlSole24ore, questo modello "è stato sviluppato replicando le curve del 2020 con l'occupazione dei posti letto negli ospedali simile nel corso del prossimo anno", ha aggiunto Andrea Marcellusi, ricercatore di Eehta-Ceis. Il modello, avverte il Prof. Mennini, prende il esame anche il potenziale ritmo medio di vaccinazione nei 4 trimestri del 2021: si parte dai quasi 300 ospedali indicati dal Commissario Arcuri per la prima fase per arrivare ai 1500 punti di somministrazione annunciati alla fine dell'anno. Il ritmo prevede che si inizi con circa 51mila vaccinati al giorno nei primi mesi del 2021 fino ad un massimo di 270mila negli ultimi.

"Ospedalizzazione più che dimezzata"

Se ci fossero davvero questi numeri, non soltanto ben il 90% degli italiani potrà essere vaccinato entro la fine del prossimo anno ma, soprattutto, il modello di Tor Vergata stima che non sarà mai superata la soglia critica dei mille posti letto occupati nelle terapie intensive. Scenderebbe ben sotto il 50% anche la media giornaliera dei pazienti ospedalizzati, prevista sempre al di sotto dei 10mila posti letto contro gli oltre 30mila ricoveri nei picchi della pandemia. Gli ospedali potrebbero, così, tornare lentamente alla normalità pre-Covid.

stima decessi

Al contrario, se paradossalmente non si vaccinasse nessun italiano, i morti sarebbero oltre 62mila (l'Italia ha già superato 71mila decessi da inizio pandemia). "Il policlinico di Tor Vergata si sta adoperando per partire da subito con oltre 300 dosi di vaccini somministrati ogni giorno nei locali dell'ospedale. In poco meno di una settimana tutti i sanitari saranno vaccinati e si potrà partire con la vaccinazione della popolazione a rischio, Rsa ed over 80. Se tutti gli altri centri si comporteranno allo stesso modo nel primo trimestre, oltre l'80% degli over 80 saranno coperti dal vaccino e, nei successivi tre mesi, ulteriori 9 milioni di italiani tra i 60 ed 79 anni potrebbero essere coperti dalle due dosi vaccinali previste", ha affermato Massimo Andreoni, Direttore del Dipartimento Medicina dei Sistemi di Tor Vergata e coordinatore di uno dei centri vaccinali della Regione Lazio.

Un enorme danno economico

Dopo l'importanza per la salute e la vita umana c'è l'economia, che ci consente di vivere su questo pianeta: il centro di Tor Vergata ha stimato che, a livello nazionale, la perdita di produttività registrata nella sola prima ondata pandemica, è stata di oltre 60 miliardi di euro. La maggior parte di questi costi è stata attribuita alla chiusura delle attività produttive (48%) e al ricorso alla cassa integrazione (15%). L’analisi condotta l’estate scorsa valorizza in oltre 1.300 euro la perdita di produttività associata a ciascun lavoratore (praticamente uno stipendio perso in due mesi). Le coperture vaccinali ipotizzate potranno evitare il lockdown visto questo anno e permetteranno una ripresa graduale di tutte le attività produttive. "L’intervento dello Stato, conseguentemente, deve essere perentorio non solo per rispondere alla crisi del momento ma anche per scongiurare crisi future ancora più drammatiche collegate agli enormi costi che potrebbero ancora gravare sul paese in termini di perdita di produttività ed impoverimento delle famiglie", ha affermato il Prof. Mennini.

Insomma, la data simbolica di ieri, 27 dicembre, giorno del V-day, è di fondamentale importanza perché dà il primo vero spiraglio nella lotta alla pandemia. Se si raggiungeranno questi target di copertura vaccinale, si ridurrà il peso della malattia e l'economia ripartirà già ad iniziare dalla prossima primavera. È di fondamentale importanza che gli italiani rispondano in massa a questa vaccinazione: con il vaccino non si muore, semmai si vive meglio.

E più a lungo.

ritmi vaccinazione
Vaccinazione attesa suddivisa in trimestri

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