Vaticano, un’operazione segreta per la sicurezza del Papa

Nel libro di Gianluigi Nuzzi, c’è una dettagliata ricostruzione di quella che è stata definita “Operazione San Michael”

Vaticano, un’operazione segreta per la sicurezza del Papa

Una vera e propria operazione di sicurezza in grande stile, peraltro connotata da una certo clima di segretezza, per assicurarsi che tanto Papa Francesco quanto il papa emerito Benedetto XVI fossero tutelati, sotto ogni punto di vista, per tutto ciò che inerente alla sicurezza personale dei “due papi”.

Questo è, in estrema sintesi, uno dei retroscena centrali tra quelli svelati nel nuovo libro di Gianlugi Nuzzi. “Giudizio Universale”, ultima fatica inchiestistica del noto giornalista, un libro edito da Chiarelettere, continua a far parlare di sé. Non è solo la questione del deficit delle casse del Vaticano a suscitare una serie di interrogativi negli ambienti ecclesiastici e non. Peraltro, la Santa Sede ha già replicato sugli aspetti economici sollevati. E il Papa. appena due giorni fa, ha nominato padre Guerrero Alves, un gesuita, come prefetto della Segreteria per l’Economia: può essere una mossa per far fronte alle necessità di risparmio e di trasparenza. Ma anche questa storia della sicurezza papale sta iniziando a circolare con insistenza. Se non altro perché sembra di poter segnalare come non tutto funzioni o non abbia funzionato a puntino.

Nel libro di Gianluigi Nuzzi, com’è stato riportato dall’edizione odierna di Libero, c’è una dettagliata ricostruzione di quella che è stata definita “Operazione San Michael”. Esiste una specificazione in grado rendere il quadro ancor più particolareggiato: non è stata la Gendarmeria vaticana - l’ente che sarebbe deputato - a predisporre l’iniziativa di sicurezza, ma una ristretta enclave di ecclesiastici. E Nuzzi nel libro rende noto che “hanno commissionato a degli esperti del ministero dell'Interno spagnolo la verifica sulla sicurezza di Francesco, Benedetto XVI e dei luoghi simbolo della cristianità, a iniziare da piazza San Pietro sino alla residenza estiva di Castel Gandolfo”. Un disegno complesso, quindi, che doveva fornire risposte e soluzioni certosine. Quello che emerge grazie a Nuzzi è anche un documento, all’interno del quale vengono fatte considerazioni che sembrano suggerire come più di qualcosa debba ancora essere sistemato.

Nel testo, per citare una delle fattispecie individuate, si legge quanto segue: “I documenti d' identità sono provvisti di una banda magnetica, ma in nessuno degli accessi allo Stato sono stati rilevati dispositivi per la lettura di carte magnetiche. I controlli vengono effettuati a vista. Non viene raffrontata la foto presente sul documento con il volto del titolare. Viene invece verificata la validità del documento e gli eventuali rinnovi, anche se non in maniera regolare”. In Vaticano si può entrare con facilità? Domande che rimangono aperte. Ma non è ancora finita. Esiste pure un tema legato alla presunta semplicità con cui si possono attraversare le porte della Città del Vaticano mediante un mezzo di locomozione: “Presso nessun varco sono presenti lettori di targhe o barriere fisiche per fermare i veicoli. Non sono stati osservati dissuasori fisici o sonori, elementi atti a rallentare il movimento delle vetture, o la presenza di una stazione di controllo fissa. Non sono stati osservati specchi per l'ispezione del fondo degli automezzi, né la presenza di unità cinofile per controlli specifici”.

Se lo stato delle cose fosse ancora questo insomma, si dovrebbe lavorare ancora per mettere al sicuro le persone che risiedono nello Stato Vaticano, compresi Jorge Mario Bergoglio e Joseph Ratzinger. Le cose non sembrano neppure migliorare in prossimità della residenza scelta dall’ex arcivescovo di Buenos Aires: sappiamo come il Santo Padre abbia preferito dimorare presso l’umile Santa Marta, piuttosto che in presumibilmente sfarzosi appartamenti papali.

Bene, il documento svelato da Nuzzi parla di “pompe di benzina”, che sarebbero troppo vicine al luogo individuato da Bergoglio, della mancanza di una videosorveglianza, della non contezza di un piano di evacuazione e così via. Neppure Sua Santità, insomma, sembrerebbe essere al riparo da alcuni pericoli.

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