A Ventimiglia arrivano le suore scalabriniane in aiuto dei migranti

Le suore hanno organizzato un servizio itinerante, nei prossimi tre mesi, al confine italia francese di Ventimiglia, per portare assistenza ai migranti e per contribuire ai progetti di sostegno organizzati della Diocesi

A Ventimiglia arrivano le suore scalabriniane in aiuto dei migranti

È di nuovo emergenza migranti al confine italo francese di Ventimiglia, in provincia di Imperia. I numerosi respingimenti alla frontiera da parte delle autorità transalpine, ma anche i nuovi arrivi degli ultimi giorni, hanno fatto registrare un’impennata nel numero di stranieri in città. Molti sono ospiti del Parco Roya, gestito dalla Croce Rossa; altri, invece, vagano per la città, nella speranza di riuscire a espatriare in Francia.

Per questo motivo le suore missionarie scalabriniane, in accordo con la locale Diocesi, hanno deciso di organizzare un servizio itinerante della durata di tre mesi, fino al prossimo 20 dicembre. Si sposteranno nel territorio di confine tra l’Italia e la Francia, portando assistenza agli stranieri che incontreranno nel loro cammino. Si tratta di tre “sorelle”: una italiana, una filippina e una brasiliana, che interverranno sul posto a sostegno dei progetti di aiuto e sostegno della Chiesa.

L’iniziativa rientra nelle attività già messe in campo dalla Congregazione delle suore missionarie di San Carlo Borromeo (Scalabriniane), che sin dalla loro fondazione, a fine Ottocento, si occupano di assistenza ai migranti. Con il servizio itinerante, che è un gruppo di pronto intervento, le suore intendono essere presenti nelle frontiere più “calde”’ del mondo per fornire aiuto ai rifugiati o a chi, più in generale, si trova costretto a emigrare.

“È una sfida accompagnare e farsi compagne di viaggio con chi si trova in difficoltà - spiega suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale -. Ci rendiamo conto della grande quantità di frontiere che sono luoghi di emergenza per i migranti. Abbiamo scelto di realizzare questo nuovo progetto per aiutare i migranti che, dopo la traversata dell’Africa e del Mediterraneo, chiedono di andare in Francia”.

E poi.

“I confini sono sempre muri: vanno abbattuti perché la speranza di un mondo migliore non si può tradurre in un documento, in un bollo, in un certificato. La volontà di costruire la città di Dio e dell'uomo, come dice papa Francesco, si alimenta con ponti di dialogo, e con la speranza in un futuro più bello e sereno, che è un diritto universale dell’uomo”.

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