Coronavirus

Virus, docenti italiani in Eritrea bloccati in aeroporto e obbligati a quarantena

I sei professori, impiegati nella scuola italiana di Asmara, erano di ritorno da un breve soggiorno in Italia e al loro arrivo sono stati portati in una struttura ospedaliera e costretti all'isolamento. La Uil denuncia: "Misure lontanissime dagli standard occidentali"

Virus, docenti italiani in Eritrea bloccati in aeroporto e obbligati a quarantena

Appena atterrati all'aeroporto di Asmara, la capitale dell'Eritrea, sarebbero stati tutti trasferiti in una struttura sanitaria fuori città per effettuare una quarantena obbligata che, secondo alcune testimonianze, presenterebbe non poche criticità e non sarebbe del tutto sicura. È accaduto a un gruppo di sei docenti della scuola italiana di Asmara e al figlio minorenne di uno di loro, tutti rientrati dall'Italia, dopo una settimana di "riposo infraquadrimestrale".

L'arrivo in aeroporto

A raccontare l'episodio ad Adnkronos, denunciando i limiti di questa misura, è stata Rossana Di Bianco, rappresentante Uil Scuola per l'Africa, che avrebbe definito la situazione degli professori una condizione "di estremo disagio". In base a quanto riportato dalla rappresentante sindacale, sabato mattina, a bordo dell'aereo proveniente dall'Italia erano presenti sei professori e il figlio di uno di loro, tutti di rientro da una settimana di vancanza. Tra loro era presente anche la preside della scuola italiana di Asmara e nessuno di questi veniva dalle "zone rosse".

La struttura "fatiscente"

Tuttavia, in base a quanto stabilito dalle autorità eritree dal 29 febbraio scorso, il gruppo di italiani è stato bloccato appena sceso dal velivolo. Tutti sarebbero stati trasportati in ambulenza in un presidio sanitario fuori dalla città per effettuare la quarantena. Un isolamento che, secondo Di Bianco, sarebbe "ben lontano" dagli standard occidentali. Secondo quanto riportato dalla responsabile Uil, la struttura sanitaria sarebbe "fatiscente, con camere a tre letti e un solo bagno, con acqua 'razionata' (il rifornimento idrico nella città non è costante) e in una situazione di promiscuità con cittadini provenienti da altri Paesi". E in base a quanto testimonianto da Di Bianco, finora, nessuno dei sei sarebbe stato sottoposto a un tampone.

Uil: "Intervenga Di Maio"

Il sindacato Uil, come ricordato dalla responsabile in questo caso, avrebbe chiesto l'intervento del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, per ottenere "efficaci risposte alle criticità presenti in molteplici realtà estere e che sia garantita a nostro personale scolastico all'estero l'applicazione di disposizioni sullo stato di quarantena che non abbiano impatto sulla dignità e sui diritti fondamentali dei nostri connazionali".

Le critiche al governo

Di Bianco, insistendo sul caso dei sei docenti bloccati in Eritrea, ha poi aggiunto: "Un governo con un minimo di autorevolezza avrebbe potuto chiedere e ottenere per i nostri connazionali una quarantena domiciliare, tenuto conto che tutti i docenti hanno la casa ad Asmara". La responsabile Uil ha criticato il ministero degli Esteri, che si sarebbe "limitato a inviare una mail al nostro personale 'consigliando' di prolungare a proprie spese (cioè chiedendo un ulteriore periodo di ferie) il confedo a chi era in vacanza in Italia".

La situazione ad Asmara

Ma, come spiegato da Di Bianco, molti dei docenti avevano l'obbligo di rientrare e, soprattutto, erano convinti "ci potesse essere un accordo con l'ambasciata che evitasse questo tipo di quarantena". In base a quanto denunciato dalla responsabile Uil, altri quattro insegnanti della scuola, andati in vacanza a Zanzibar, invece, non avrebbero riscontrato alcuni tipo di problema al loro ritorno, rientrando nel Paese africano e riprendendo il loro servizio.

"Impossibile comunicare con gli isolati"

"È una situazione a dir poco incredibile", puntalizza Di Bianco. Che aggiunge: "È impossibile comunicare direttamente con i sei docenti, perché manca la connessione a internet. Abbiamo, comunque, saputo da alcuni colleghi che gli hanno portato generi di conforto, lasciandoli comunque al di là della cancellata della struttura dove sono stati raccolti da infermiere con tute protettive, che stanno tutti bene".

La denuncia Uil

"Abbiamo chiesto l'intervento di Di Maio", ha proseguito Di Bianco, "per questo pezzo d'Italia nel Corno d'Africa: la decisione di far effettuare la quarantena in una situazione ben lontana dagli standard occidentali e con il rischio di creare nuove problematiche di salute ci sembra un gesto pregiudizievole nei confronti dell'Italia".

La responsabile del sindacato ha sottolineato poi come nessuno degli insegnanti provenisse dalle aree italiane ritenute a rischio e ha concluso: "In questo caso, un ruolo determinante lo ha la diplomazia che, sono sicura, riuscirà a ottenere almeno che si valuti caso per caso e che si tutelino i nostri docenti all'estero".

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