"Adesso vogliamo i soldi": in piazza la rivolta dei rom

Secondo la comunità rom il comune non gli avrebbe dato i buoni spesa perché razzista

"Adesso vogliamo i soldi": in piazza la rivolta dei rom

“Tutti i poveri hanno diritto di mangiare”. Se la prendono con il sindaco di Firenze, Dario Nardella, le decine di persone di etnia rom che ieri sono scese in piazza, a Firenze, per manifestare contro l’amministrazione che, a loro dire, non avrebbe garantito alla loro comunità gli stessi diritti che ha riservato per gli altri cittadini.

Con tanto di striscioni il gruppo ha sfilato per le strade del centro storico fiorentino “contro razzismo, fascismo, nazismo e per chiedere la consegna dei buoni alimentari ed economici alle famiglie povere ed indigenti” in una manifestazione organizzata dal Consiglio nazionale Rom Sinti Caminanti e Associazione Nazione Rom.

Sotto Palazzo Vecchio i rom gridavano chiedendo giustizia. Ma per cosa? “Dal 23 marzo - scrivono gli organizzatori in una nota - la popolazione Rom Sinti Caminanti (RSC), chiede soccorso a Governo, Regioni e Comuni: sono 40.000 i cittadini, che vivono in Italia, senza acqua, energia elettrica, alloggi adeguati, risorse alimentari e protezione sanitaria. La situazione determinata dal Covid-19 ha generato un quadro di assoluta emergenza sociale”. Molti di loro vivono all’interno di campi nomadi dove l’igiene sembra essere l’ultima preoccupazione degli abitanti. Con la pandemia però, la situazione sembra essersi ribaltata e adesso i rom chiedono di essere aiutati.

“Non ci hanno consegnato nessun tipo di mascherina, niente”, grida il loro portavoce. Ma la Regione Toscana ha consegnato 30 mascherine gratuite al mese a chi era in possesso di una tessera sanitaria. Anche i sinti - come ogni fiorentino - avrebbero quindi potuto, se in regola, andare a prendere i dispositivi direttamente in farmacia. Ma questa per loro è solo una piccolezza: quello che chiedono i rom è un aiuto economico a seguito dell’emergenza coronavirus. Un aiuto che spetta ai cittadini che hanno i requisiti richiesti per accedervi, senza differenze di razza o di genere. Requisiti che i manifestanti a quanto pare non avevano.

Dal 25 maggio al 1 giugno 2020, 60 nuclei familiari di etnia RSC (per un totale di 211 persone tra cui 88 minori) hanno presentato autodichiarazione "per accedere - spiega a IlGiornale.it il portavoce della comunità, Marcello Ziunisi, - al bonus economico rifinanziato dal Consiglio dei Ministri con il decreto legge n34 in Gazzetta Ufficiale dal 9 maggio che rifinanzia i comuni per 400 milioni di euro". Richieste che, però, il Comune non ha potuto prendere in esame in quanto non vi è ancora un nuovo bando per la distribuzione dei buoni spesa. L'unica iniziativa in questo senso che Palazzo Vecchio abbia mai messo in atto era relativa alla sola fase di emergenza ed è giunta al suo termine il 17 di aprile. Più di un mese prima rispetto alle richieste presentate dalle famiglie rom che ieri gridavano a gran voce sotto il palazzo del Comune e che però, a tempo debito, non hanno presentato nessun tipo di domanda.

Rom Firenze

Eppure sono tantissime le richieste accolte nel capoluogo toscano: su 10mila famiglie richiedenti, ben 7mila hanno ottenuto i buoni dopo che le domande sono state verificate e dichiarate idonee rispetto ai requisiti richiesti. Le richieste della comunità rom sarebbero arrivate invece dopo lo stop e, per altro, non sarebbero state compilate online come chiesto dal Comune di Firenze.

“Uno spettacolo indecente per noi commercianti che ogni giorno, prima della

pandemia, eravamo costretti a chiedere a queste persone di smetterla di importunare turisti e clienti con insistenza per ricevere dei soldi”, si sfoga indignato il proprietario di una bottega dietro Piazza della Signoria.

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