"Ehi, è volato via il motore". E l'aereo della morte si è schiantato

Nel maggio 1979 gli Stati Uniti assisterono a uno dei più gravi incidenti aerei mai accaduti nel Paese. Un volo dell'American Airlines partito da Chicago, diretto a Los Angeles, precipitò dopo pochi minuti dal decollo per la perdita di uno dei motori

"Ehi, è volato via il motore". E l'aereo della morte si è schiantato

Sono le 14.50 del 25 maggio 1979 e dall’aeroporto O’Hare di Chicago il volo American Airlines 191 diretto a Los Angeles inizia l’accelerazione sulla pista, pronto a decollare. Il velivolo è un McDonnell Douglas DC-10, considerato moderno e affidabile, risalente a otto prima, con soli sette anni di servizio. A bordo ci sono 258 passeggeri, più 13 membri dell’equipaggio. Le condizioni meteo sono buone ma, mentre il velivolo ha già coperto una distanza sul rettilineo di 1800 metri, un controllore del traffico aereo si accorge che il motore numero uno si è staccato dall’ala sinistra, per precipitare a terra.

L’incidente

Guardate là! Gli è volato via un motore!”, si sente urlare dalle registrazioni della torre di controllo, dove gli operatori assistono impotenti al tragico evento, il più grave incidente aereo mai avvenuto negli Stati Uniti, secondo solo a quello delle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. In cabina di pilotaggio i piloti non si accorgono di nulla poiché dai finestrini la visuale non permette di vedere le ali. Il distacco del motore ha causato la perdita del propulsore e ingenti danni al sistema elettrico e idraulico. Mentre i piloti sono all’oscuro di ciò che sta accadendo al velivolo, i passeggeri molto probabilmente vedono dai finestrini il motore staccarsi dall’aereo, rendendosi conto della sciagura che si sta abbattendo su di loro.

La perdita di un motore per un Dc-10 non è fatale, pertanto il velivolo continua il decollo fino a staccarsi dal suolo. La torre di controllo avvisa immediatamente l’equipaggio del grave problema e di tornare a terra, mentre i piloti concentrano tutte le forze sul controllo del velivolo, con l’obiettivo di farlo atterrare il prima possibile. Il motore ormai perso però controllava anche il sistema idraulico ed elettrico, pertanto in cabina di pilotaggio non si accorgono che sono stati danneggiati anche i flap, gli alettoni posizionati sulle ali che aumentando l’attrito con l’aria, riducono la velocità del velivolo. A questo punto i piloti cercano di ridurre la velocità da 306 a 283 chilometri all'ora, ma i flap si ritirano e la velocità invece di diminuire, aumenta da 230 a 300 chilometri all'ora.

Ma i guai non sono finiti: l’ala sinistra entra in stallo, mentre quella destra continua a fornire portanza, ovvero la forza responsabile del sostentamento di un velivolo. La situazione di squilibrio che ne deriva porta l’aereo a una violenta virata e al conseguente schianto del velivolo contro un hangar collocato vicino all’aeroporto. A seguito dell’impatto moriranno sul colpo tutti i passeggeri, l’intero equipaggio e due lavoratori dell’hangar, portando il bilancio delle vittime a un totale di 273. Una cortina di fumo si innalza dalla zona in cui è precipitato il Dc-10, e appena arrivati sul posto lo spettacolo che si trovano davanti i soccorritori è apocalittico. Al posto dell’hangar ora vi sono fiamme e pezzi di lamiera e i resti dei passeggeri sono sparsi dappertutto.

Le indagini

La portata dell’incidente è chiara fin da subito e viene aperta un’indagine a riguardo, per capire le cause che hanno portato il volo American Airlines 191 a perdere un motore in fase di decollo. Gli inquirenti sono preoccupati, in quanto in passato altri Dc-10 avevano subito incidenti di quel tipo. Cosa c’era che non andava in questi aerei? Tra le teorie plausibili c’è quella di un attacco terroristico. Il controllore di volo che per primo si accorse della perdita del motore riferì agli investigatori del National Transportation Safety Board di aver notato una scintilla, ma in seguito altri testimoni affermarono di aver visto il propulsore scivolare in avanti e rovesciarsi sull’ala.

Scartata dunque la pista terroristica, gli investigatori si concentrarono sul cedimento strutturale. Purtroppo dal registratore di volo si sentiva solo un membro dell’equipaggio pronunciare la parola “maledizione”, perché questo era alimentato dal propulsore che si era staccato. Dopo mesi di indagini, il 21 dicembre 1979 viene trovato il colpevole del disastro: l’American Airlines. Otto settimane prima l’aereo venne revisionato a Tulsa, Oklahoma. I tecnici avevano sostituito il propulsore, ma invece di rimuovere il motore pezzo per pezzo, era stato ordinato loro dalla compagnia aerea di rimuoverlo in blocco, procedura considerata errata e soprattutto, pericolosa.

Per scongiurare altri disastri della portata del volo 191, in seguito furono controllate anche le flotte di Dc-10 di altre compagnie portando alla luce un’amara scoperta: anche United Airlines e Continental Airlines utilizzavano lo stesso metodo di sostituzione dei componenti dei Dc-10, che in gran parte vennero trovati con il pilone danneggiato.

Per anni queste compagnie aeree misero a rischio la vita di migliaia e migliaia di persone, per una loro imperdonabile negligenza, fino al più grave incidente, quando 273 innocenti morirono dopo pochi minuti di volo. A seguito delle indagini, American Airlines dovette pagare mezzo milione di dollari di multa per manutenzione impropria.

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