Gli spari, lo schianto, la vendetta. Il dirottamento aereo costato la vita a 43 persone

Sono passati 38 anni dalla tragedia del volo Pacific Southwest Airlines 1771, schiantatosi sulle colline della California: ecco la ricostruzione degli eventi

Gli spari, lo schianto, la vendetta. Il dirottamento aereo costato la vita a 43 persone

Prima dell’11 settembre 2001, l’America venne scossa da un altro dirottamento aereo. Il 7 dicembre 1987 il volo Pacific Southwest Airlines 1771 si schiantò nei pressi di Cayucos, in California. Nessuna avaria, nessun errore umano, ma una vendetta. Un attacco deliberato per rivalersi su un superiore, reo di avergli rovinato la vita. Il bilancio finale fu di 43 morti (37 passeggeri, 5 membri dell’equipaggio e il dirottatore) e nessun sopravvissuto.

Il dirottamento del Pacific Southwest Airlines 1771

7 dicembre 1987. L’aeroporto internazionale di Los Angeles è uno dei più trafficati al mondo, con 40 milioni di passeggeri all’anno. Al Terminal 1 si svolgono i consueti controlli di sicurezza per i passeggeri pronti a salire sul BAe 146-200A diretto a San Francisco: il viaggio è operato dalla compagnia PSA, che opera quasi 30 città nella parte occidentale degli Usa. Il capitano è Gregg Lindamood – veterano di guerra decorato con 14 anni di volo sulle spalle – mentre il primo ufficiale è James Howard Nunn, anche lui profilo molto esperto. A bordo ci sono anche tre assistenti di volo: Debbie Nissen Neil, Debra Watterson Vuylsteke e Julie Gottesman.

A metà del percorso verso San Francisco, il capitano mostra preoccupazione per una lieve turbolenza e contatta la torre di controllo per chiedere informazioni sul meteo. Di punto in bianco, però, i piloti avvertono dei colpi di pistola. Passano pochi secondi e il volo 1771 scende in picchiata a velocità altissima, finendo la sua corsa sulle colline di Cayucos, in California.

Sul posto arrivano subito le forze dell’ordine e i sanitari, ma per passeggeri e membri dell’equipaggio non resta nulla da fare. La polizia trova l’aereo completamente distrutto: non ci sono tracce di ali, fusoliera, sezioni della coda e sedili. Solo un forte odore di carburante e centinaia di fogli sparsi per il campo. Sul posto si recano subito gli esperti del National Transportation Safety Board (Ntsb) e dell’Fbi: decine di uomini in campo per fare chiarezza su uno dei peggiori disastri aerei nella storia della California. E forse non solo: fin da subito si fa largo l’ipotesi di un dirottamento aereo.

Le indagini

Il rapporto fornito dalla torre di controllo parla di spari a bordo dell’aereo, ma gli investigatori hanno bisogno di qualche elemento in più per ricostruire la dinamica dei fatti. L’Fbi parte alla ricerca di movente e obiettivo del presunto killer, mentre l’Ntsb si dedica ad analizzare i resti dell’aereo. Riflettori accesi sulle scatole nere, elemento decisivo per le indagini. Dopo ore di ricerche, le autorità recuperano il registratore di cabina e il registratore di volo: entrambi sono in cattive condizioni, ma vengono spediti a Washington per le analisi del caso.

L’Fbi prova a trovare l’arma coinvolta nel presunto dirottamento, ma emerge un dato con chiarezza: qualche colpo di pistola non è in grado di fare precipitare un aereo: è necessario uno squarcio nella fusoliera molto più significativo per causare una decompressione esplosiva. Ma per gli inquirenti arriva una buona notizia: il registratore di cabina è in condizioni sufficientemente buone per fornire un aiuto alle indagini.

I primi 28 minuti della registrazione non segnalano nulla di particolare: un consueto viaggio di linea. Si parla di turbolenza e di meteo, nulla più. Poi cambia tutto, gli eventi prendono una piega agghiacciante: la registrazione conferma il rapporto dei controllori di volo e si sentono due spari. Poi la porta della cabina si apre e si sente la voce di una donna: “Abbiamo un problema”. Pochi istanti dopo una voce maschile chiede la natura del problema ed ecco la risposta di una terza persona, un uomo: “Sono io il problema”. Parole seguite da altri due colpi d’arma da fuoco, presumibilmente diretti ai piloti. Infine, la porta della cabina si richiede e si sente il sesto e ultimo sparo. L’ultimo rumore inquietante è l’aereo in picchiata con i motori su di giri.

La svolta

L’Fbi va alla ricerca dell’arma del delitto e trova la canna di una 44 Magnum. Subito dopo trovano il resto dell’arma e riescono a individuare un pezzo di pelle rimasto attaccato. Ed emerge un dettaglio importante sul fronte sicurezza: i dipendenti della compagnia aerea possono evitare i controlli di sicurezza. In questo modo, dunque, si potrebbe spiegare la presenza di un’arma da fuoco a bordo del velivolo. Gli investigatori risalgono a quattro uomini che lavoravano per la compagnia e che erano a bordo del BAe. Decisivo, dunque, il frammento di pelle rinvenuto sulla pistola: l’impronta porta al nome di David Burke.

Burke era un addetto alle pulizie che era stato licenziato qualche giorno prima perché colpevole di un furto: aveva sottratto 69 dollari dagli incassi dei cocktail serviti in aereo. Inoltre, era finito sotto sorveglianza per spaccio di stupefacenti e furto. Inoltre, tra i foglietti trovati sul luogo dello schianto, emerge un sacchetto per il mal d’aria con una scritta a penna contro un uomo di nome Ray. Si tratta di Ray Thomson, responsabile della compagnia e soprattutto ex capo di Burke e responsabile del suo licenziamento.

Burke aveva dunque pianificato il dirottamento per punire Thomson. Dopo aver ucciso l’ex capo, si era diretto verso la cabina di pilotaggio e aveva sparato ai due piloti. Si era dunque avvicinato ai comandi, mettendo le manette dei motori al massimo e spingendo in avanti la cloche. Il sesto e ultimo colpo di pistola era stato sparato verso un altro dipendente, il capo pilota della PSA Douglas Milan Arthur, che aveva tentato di riprendere il controllo del mezzo.

Le conseguenze

Il dirottamento del volo Pacific Southwest Airlines 1771 spinge l’aviazione a rafforzare la sicurezza.

L’agenzia del dipartimento dei trasporti stabilisce che anche i membri dell’equipaggio e i dipendenti devono essere sottoposti a controlli di routine. Una linea restrittiva che non eviterà l’attacco dell’11 settembre 2001, attentato che convincerà le autorità a optare per un ulteriore stretta, con controlli rigorosissimi e divieti stringenti.

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