
28 febbraio 2023, valle di Tempe, Grecia. Un Intercity partito da Atene, con 352 passeggeri a bordo, diretto a Salonicco, si scontra frontalmente con un treno merci diretto nella città di Larissa, che percorre la stessa linea, in direzione opposta. Il violento scontro, noto come il disastro ferroviario di Tempe, nel quale perderanno la vita 57 persone e ne rimarranno ferite circa 85, è considerato il più grave incidente ferroviario mai accaduto in Grecia.
La dinamica della collisione e gli studenti a bordo
Il 28 febbraio 2023, in Grecia è il giorno che precede il lungo ponte di Carnevale e molti studenti approfitteranno del periodo di vacanza per fare ritorno nelle rispettive città, tra cui Salonicco, importante città greca e seconda per numero di abitanti. L’Intercity 62 partirà dalla stazione di Atene carica di passeggeri, la maggior parte dei quali giovani studenti diretti dalle proprie famiglie. Partirà da Salonicco e diretto a Larissa, invece, il treno merci che percorre la linea di sinistra, nel normale senso di marcia. Ma quella sera l’Intercity arriverà nella stazione di Larissa in ritardo, ripartendo alle 23 ed entrando anch'esso sulla linea di sinistra. I due treni, senza saperlo, stanno viaggiando sullo stesso binario, in direzioni opposte, e provocheranno di lì a poco, la peggior sciagura ferroviaria della penisola ellenica.

Lo scontro avviene alle 23:22, 20 minuti dopo la partenza da Larissa, nei pressi del villaggio di Evangelismós. A seguito della collisione tra i due convogli, scoppierà una violenta esplosione, che si espanderà nelle prime due carrozze anteriori dell’Intercity, mandandole in fiamme e causando il deragliamento degli altri vagoni. Il bilancio dell’incidente è gravissimo: 57 persone perderanno la vita, tra queste ci saranno anche i macchinisti di entrambi i treni. Circa 85 passeggeri, scampati alla morte, rimarranno feriti durante l’incidente, alcuni dei più gravi saranno trasportati d’urgenza in ospedale e ricoverati in condizioni critiche in terapia intensiva.
A domare le fiamme verranno impiegati diciassette autopompe e centocinquanta vigili del fuoco, coadiuvati da 30 agenti di polizia e da 40 ambulanze, che si occuperanno prontamente dei feriti. Per il recupero di alcuni di loro, rimasti intrappolati nei vagoni deragliati, sotto le lamiere di metallo, saranno utilizzate delle gru. I soccorritori si troveranno di fronte ad una situazione drammatica, resa tale anche dalla forza delle fiamme, che aveva distrutto alcuni vagoni, rendendoli un ammasso informe di lamiera. Purtroppo la maggior parte delle vittime era irriconoscibile a causa del fuoco, cosa che costringerà i parenti a fornire campioni di Dna, per identificare i propri cari.
Le cause e le conseguenze dell’incidente
Vista la gravità dell’accaduto, il Presidente della Repubblica, Katerina Sakellaropoulou, insieme al Primo Ministro, Kyriakos Mitsotakis e al Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Kostas Karamanlis, si recarono a Evangelismós, per visitare il luogo dove avvenne la tragedia. Venne organizzata una riunione di governo d’emergenza e il primo marzo, il Ministro dei Trasporti Karamanlis rassegnò le sue dimissioni.
Ma che cosa ha causato una tragedia del genere? La tratta percorsa dai due treni era a doppio binario, con deviazioni e segnalamento elettronico, ma era davvero così? Fu subito interrogato dalle autorità competenti il capostazione della stazione di Larissa, il quale venne arrestato con l’accusa di omicidio colposo per negligenza, rischiando da 10 anni all’ergastolo. Finirà in manette anche un ispettore della Hellenic Train, per disturbo della sicurezza del traffico.
Il presidente del sindacato dei macchinisti delle ferrovie elleniche denunciò in seguito, che sulla tratta Atene - Salonicco, il sistema di controllo dei treni era ancora manuale e che il segnalamento elettronico non era funzionante, pertanto i capistazione fornivano il segnale di via libera ai macchinisti telefonicamente. I sindacati affermarono di aver comunicato agli organi governativi competenti del guasto e della mancanza di personale su quella sciagurata linea, senza ottenere una risposta.
Le manifestazioni di protesta contro il governo
A seguito dell'incidente, vennero organizzate manifestazioni di protesta in tutte le città del Paese, per denunciare l'incuria e la mancata sicurezza in cui versavano le ferrovie dello stato, che avevano causato la morte di tanti innocenti, manifestazioni che vengoni organizzate ancora oggi. Il motto dei manifestanti è: "chiamami quando arrivi", una frase tipica che un genitore dice al figlio in viaggio. Nei mesi successivi al disastro, rassegnarono le dimissioni il direttore generale dell'Ose ( di servizi di gestione e funzionamento dell'infrastruttura ferroviaria nazionale della Grecia), Spyros Pateras e il direttore dell'Ergose, Christos Vinis.
Anche quest'anno, a distanza di due anni, il 28 febbraio i cittadini sono scesi nelle piazze per commemorare le vittime di un disastro che poteva essere evitato.
Come evidenziato da Christos Papadimitriou, direttore dell'Autorità ellenica per le indagini sulla sicurezza aerea e ferroviaria, sul sito euronews.com, "Il sistema ferroviario manca di risorse", sottolineando come ad oggi, la situazione delle ferrovie greche non siano cambiate, anche a causa della crisi finanziaria, che ha penalizzato importanti settori del Paese, come quello dei trasporti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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