Cronache

West Nile, cos’è la malattia trasmessa dalla zanzara

La morte di un anziano con l'infezione West Nile causata dalla puntura di una zanzara ha riportato il tema d'attualità: ecco cosa è successo e perché non bisogna fare allarmismo

West Nile, cos’è la malattia trasmessa dalla zanzara

La morte di un anziano in Veneto, 83 anni, ricoverato nell'ospedale di Piove di Sacco (Padova) con la Febbre del Nilo (West Nile), ha riportato all'attenzione la trasmissione di una malattia che viene trasmessa dalla zanzara. Tra Emilia-Romagna e Veneto, poi, la settimana scorsa si sono registrati due contagi ma non dall'esito fatale. Tanto è bastato, comunque, per far scattare un campanello d'allarme soprattutto per gli anziani e le persone con patologie: è importante sottolineare che quasi sempre il virus non costituisce un pericolo per la salute.

Perché il virus non fa paura

"Meno dell'1% di chi è positivo al virus West Nile sviluppa una encefalite grave e può rischiare la vita. Nel 20% dei casi c'è una forma influenzale e il restante 80% circa ha una forma asintomatica", rassicura il prof. Federico Gobbi, infettivologo e responsabile dell'Unità di Salute Globale dell'Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona intervistato da AdnKronos. In pratica, in quasi la totalità delle persone, l'infezione si risolve in maniera automatica e senza lasciare alcuno strascico. L'unica cosa a cui prestare attenzione, però, è dovuta al numero dei casi delle zanzare positive tra giugno e luglio che "ci fa prevedere che quest'anno avremo molti contagi, come accadde nel 2018". Come abbiamo visto sul Giornale.it, è stato il prof. Matteo Bassetti a parlarci di questa infezione, l'ultima prima della comparsa del Covid-19, che quell’estate fu presente in Veneto, Friuli, Trentino, Emilia-Romagna.

Chi rischia di più

"Purtroppo il rischio di patologia grave sale con l'età, gli anziani corrono maggiori pericoli", ha aggiunto l'infettivologo che ha ricordato come in Italia, a corrente alternata, ci sia la presenza della zanzara portatrice di quest virus, la "Culex pipiens", il vettore del virus della West Nile. Ma quali sono i sintomi principali? Se è vero che la stragrande maggioranza dei casi neanche si accorge dell'infezione, l'Istituto Superiore di Sanità fa sapere che tra i casi sintomatici possono svilupparsi leggeri sintomi quali come febbre, mal di testa, nausea, vomito e sfoghi cutanei. I sintomi più gravi, come detto, riguardano meno dell'1% delle persone infette e si manifestano con febbre alta, forte mal di testa, disorientamento, tremori, disturbi alla vista fino alla paralisi e al coma. Da sottolineare che la febbre West Nile non si può in alcun modo trasmettere da persona a persona se si viene a contatto con le persone infette. Tra gli altri, questo virus è in grado di provocare l'infezione anche tra gli equini.

Storia e diffusione

Isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, come ricorda il Corriere il periodo di incubazione può variare da due a 14 giorni dopo la puntura della zanzara infetta. Circola soprattutto in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America ma, come abbiamo visto, negli ultimi anni anche al Nord Italia.

Non c'è ancora una terapia ad hoc per la febbre West Nile e neanche un vaccino: l'unica prevenzione è provare a ridurre la puntura utilizzando repellenti esattamente come si fa con le altre zanzare comuni.

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