Cronisti bacchettoni che si comportano come Torquemada

Leggo, caro Paolo, un titolo che si vorrebbe scandaloso: «La Minetti a seno nudo bacia il premier». Quanta pena mi fa quel poveretto che l’ha vergato: a quel che sembra non è mai stato baciato in cotal modo da una donna! Verrebbe da chiedersi cosa sia vissuto a fare.

È un pezzo che mi chiedo anch’io, specie dopo la lettura della Repubblica, dell’Unità e del Fatto, che esperienze abbiano accumulato i bravi colleghi impegnati nella cronaca del bunga bunga. Non possiamo certo escludere, siamo gente di mondo e aperti al progresso civile, che fra costoro ci siano degli omosessuali e in tal caso si spiegherebbe l’insistente condanna - ovviamente più estetica che etica - di tutto ciò che attiene, anche alla lontana, al sesso fra generi diversi. O lo stupore per certe realtà, l’abbraccio a seno nudo da te ricordato, a esempio, del tutto consuete - anche se non abituali, questo no, e meno che mai banali - nel contesto eterosessuale, ma certo e per via di quel seno di mezzo un po’ sorprendenti in quello di campo avverso. Ma gli altri, di cronisti? Ricordi? Con tanto di bava alla bocca i più impegnati “nel civile”, quelli di Largo Fochetti, si dicevano l’estate scorsa sulle piste di certe foto, scattate nella villa Certosa, che ritraevano turbe di giovinotte in topless a bordo piscina. Essi dunque ritenevano scandaloso - e forse criminoso - prendere il sole o bagnarsi in tal fatta. Oggi. A leggere le loro lenzuolate si capiva che smaniavano per mettere gli occhi su quelle fotografie che avrebbero dovuto testimoniare la perversione, il vizio immondo dei ricchi cavalieri e delle loro pervertite ospiti. Mi son sempre chiesto: ci sono o ci fanno? Il loro universo femminile è popolato di donne intabarrate nel burqa, sconsigliabili alla carezza per via della pronunciata irsutaggine e figuriamoci a un abbraccio pelle a pelle? L’unico seno nudo che hanno veduto - e di sfuggita, volgendo subito lo sguardo - è forse quello della Saraghina di Otto e mezzo? Ma la mamma, a quelli, non disse niente, non spiegò niente lasciando che vivessero l’amore e il sesso nella forma di incubo onanista? Mah. C’è poi da aggiungere, caro Mauro, l’impronta inquisitoria e sessista che si ricava dalle indagini giudiziarie. Una bella ragazza si reca a casa d’altri? È certo per partecipare a un’orgia che nemmeno De Sade saprebbe descrivere. Una altrettanto più o meno bella ragazza è fotografata al fianco d’un adulto? Prova provata che poco prima ella servì l’adulto come Monica Lewinsky servì Bill Clinton. Non parliamo poi dell’“atteggiamento affettuoso”. L’atteggiamento affettuoso - che può essere un semplice sorriso o il ciao ciao con la mano, addirittura un battito di ciglia - è subito rubricato come elemento probante di una scatenata e moralmente condannabile relazione sessuale fra due soggetti. Ma perché? Poca pratica o forse nessuna pratica del gesto d’amore, mi dirai tu, caro Mauro: chi non sa confonde, chi non ha mai provato tende a far d’ogni erba un fascio. Oppure un’ossessione, quella di intendere il sesso come ghigno luciferino, come espressione del lato bestiale, depravato dell’uomo (e della donna, va da sé) e quindi scorgerlo, quel ghigno, in ogni manifestazione di socievolezza. Come Torquemada, insomma, che vedeva streghe dappertutto. E che nel dubbio sottoponeva l’inquisita alla prova dell’acqua: dopo averla legata mani e piedi la si gettava in acque profonde. Se seguitava a galleggiare e dunque a vivere, finiva al rogo perché significava che il demonio l’aveva tenuta a galla.

Se affondava annegando significava invece che non era strega. Va un po’ così anche col Cavaliere: se risulterai colpevole, bene. Se risulterai innocente bene lo stesso perché tanto ti ho sputtanato quanto basta, brutto porco di un Berlusca.
Paolo Granzotto

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