Gian Piero Scevola
nostro inviato a Crotone
La Storia, quella con la S maiuscola, ha fatto tappa a Crotone e sè guardata intorno, stupita per lentusiamo di una città che ha vissuto una partita di calcio come un fatto da trascrivere negli annali. E sì che da queste parti la Storia lha fatta da padrona fin dai tempi della Magna Grecia, con il filosofo-matematico-scienziato Pitagora che fondò proprio qui, verso il 500 a.c., la mitica Scuola Pitagorica. E non appare strano allora scoprire che a un passo dal vetusto stadio Scida e nelle sue stesse fondamenta vi siano colonne greche, reperti archeologici che farebbero la felicità di qualsiasi museo.
Allora la Storia con tremila anni alle spalle, come recitava un maxistriscione in curva sud, ha riconosciuto una parte di se stessa in quelle maglie bianconere che correvano e sagitavano in campo in una sfida impari con gli avversari colorati di rossoblu. Crotonesi troppo deboli però per impensierire i «grandi» di Torino che con due gol in cinque minuti (30 Bojinov e 35 Boumsong) hanno chiuso la pratica, condendo a Bojinov loptional del terzo gol al 77).
Galeotta fu la Juve, dunque, la Vecchia Signora che nel purgatorio della B sa regalare scampoli di gloria anche a chi, come il Crotone, la gloria calcistica è abituato a inseguirla e a vederla come una fantastica irraggiungibile chimera. Ma è stata lintera città di Crotone ad andare in fibrillazione, 70.000 persone che, se avessero potuto, avrebbero riempito lo stadio Scida che invece - già due ore prima dellinizio non poteva starci uno spillo - sè dovuto accontentare di «appena» 12.000 spettatori (la capienza ufficiale è di 10.000), in una cornice mai vista. La febbre Juve ha portato altre 5.000 persone in piazza della Resistenza davanti al maxischermo. E perfino lanticipata chiusura delle visite ai degenti dellospedale S. Giovanni di Dio, che saffaccia proprio sullo stadio, per impedire ai visitatori di gustarsi a sbafo la partita, è stata elusa. Chi vi scrive ha potuto seguire lintero primo tempo al quinto piano del nosocomio off limit, nel reparto geriatria, grazie alla tolleranza del primario Piero Cotroneo, con medici, infermieri e malati che per novanta minuti hanno dimenticato la sofferenza, regalandosi una gioia difficile da descrivere. Perché quando dagli altoparlanti dello stadio sono uscite le note di «Il cielo è sempre più blu», cantata dal crotonese doc Rino Gaetano, la colonna sonora dei rossoblù, allora tanti occhi si sono rigati di lacrime e la commozione è esplosa anche nellospedale, non solo nellimpianto calcistico.
Non cera Del Piero, Trezeguet è rimasto in panchina, tanti grandi bianconeri avevano cambiato squadra, la Vecchia Signora si è trasformata in una squadra operaia, ma che importa.
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