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Crotone, oltre 200 clandestini fuggono dal centro immigrati

Francesco Kamel

da Bari

Oltre 200 immigrati clandestini rinchiusi nel centro di accoglienza per immigrati clandestini di Crotone sono fuggiti nella notte tra martedì e mercoledì. Solamente sette immigrati sono poi stati rintracciati dalle forze dell'ordine. Durante le concitate fasi della fuga, un ufficiale dei carabinieri è rimasto leggermente ferito. Buona parte degli evasi viene dal Pakistan. La notizia è filtrata da ambienti della sicurezza nazionale. Il Viminale non smentisce e non conferma: segno che c'è preoccupazione per la vicenda. Inoltre, è emerso che, dei circa duecento fermati durante il maxiblitz antiterrorismo scattato dopo gli attentati di Londra, ne sono già stati espulsi circa trenta, anche in questo caso principalmente pachistani e afghani.
In questa fase di duplice lotta all'immigrazione irregolare e al terrorismo, il Governo prosegue il potenziamento delle strutture logistiche. Ieri c'è stata la visita del sottosegretario al ministero dell'Interno Giampiero D'Alia al Centro prima accoglienza di Palese nel comune di Bari: una struttura finalizzata all'identificazione dei clandestini. Una visita «molto positiva» quella dell'esponente dell'Udc alla luce delle condizioni di vita offerte dal centro ai circa 450 immigrati presenti. Per D'Alia si tratta di una struttura «accogliente, solidale, umana e garante dei diritti fondamentali. Ci sono operatori bravi e motivati, le forze di polizia lavorano con umanità e professionalità, il servizio sanitario è adeguato. Certo - ha aggiunto il sottosegretario - non è piacevole vedere persone che vengono da situazioni disperate ma non vedo soluzioni alternative, se ve ne fossero potrebbe esserci un confronto». Alla luce della verifica di ieri, le polemiche che in queste settimane hanno investito i Cpt, almeno per Palese, appaiono fuori bersaglio. Che questo centro non è un lager lo confermano gli stessi extracomunitari. Un cittadino senegalese malato di diabete conferma il trattamento dignitoso: «tre pasti giornalieri, vestiti, buona assistenza sanitaria, possibilità di scrivere e telefonare». Maltrattamenti o dissapori con la polizia? «Mai. Qui ci trattano bene, con rispetto». D’Alia ha voluto chiarire «che questi centri nascono dalla legge Turco-Napolitano e che questo governo ha solo migliorato gli standard di vita». Inoltre il sottosegretario ha difeso il «sistema» perché «questo tipo di centri serve per distinguere tra i clandestini da espellere e gli immigrati che hanno diritto all'asilo». Rispetto al flusso di sbarchi di irregolari il dato parziale di quest’anno indica che al 15 giugno sono sbarcate 5340 persone. Estendendo il confronto al 2000 e al 1999 la diminuzione è del 49% e del 72%. Anche per questo l’esponente dell’Udc si è detto «in sintonia con il commissario europeo Franco Frattini» sulla necessità di «aumentare ancora i controlli senza sospendere il Trattato di Schengen». Inoltre si è espresso favorevolmente in merito a significative aperture sulla concessione della cittadinanza: «Bisogna garantire un percorso di integrazione a chi accetta di vivere onestamente nel nostro Paese, lo dobbiamo a tanti bambini che parlano l'italiano meglio di noi e conoscono la cultura italiana meglio di quella dei loro genitori extracomunitari». La visita del sottosegretario è poi proseguita allo «Sportello per l’immigrato» del Comune di Conversano.

Un modo per sottolineare che «ci sono istituzioni che procedono “a colpi di no” ed altre che lavorano in concreto».

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