
A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura. Lo diceva tanti anni fa il leader socialista Pietro Nenni ma questa massima sembra applicarsi anche ai nostri giorni, almeno per quanto riguarda il governo spagnolo. Dopo anni passati ad inseguire le frange più estreme del movimento trans, il Partito Socialista ha deciso di rimuovere la definizione “queer” da ogni documento ufficiale. Non siamo ancora alla ripudiazione totale degli eccessi dell’ideologia woke ma il cambio di rotta da parte della dirigenza del Psoe è figlio di una lotta dietro le quinte che avrebbe visto prevalere le femministe rispetto ai sostenitori del “queer”. Tranchant la reazione dell’ex ministra dell’uguaglianza Irene Montero: per l’eurodeputata di Podemos, questa scelta “incoraggerebbe l’omofobia ed il fascismo”.
Niente più Q+, da oggi è Lgbti
La notizia, riportata dal quotidiano spagnolo Abc, assomiglia alle storiche discussioni sul sesso degli angeli ma nasconde uno scontro ideologico niente affatto banale. Con effetto immediato, il Partito Socialista ha chiesto ai suoi eletti e dirigenti di eliminare la dicitura Q+ da tutte le risoluzioni e documenti ufficiali degli organi del partito. La decisione è in linea con le politiche già viste negli ultimi mesi nella direzione, con la fazione femminista che sembra aver avuto la meglio sulle frange più vicine al movimento queer. Ora che è stata certificata dalla Commissione Federale di Etica e Garanzie, l’intenzione dei socialisti sembra quella di porre una certa distanza rispetto agli eccessi del woke, che stanno costando parecchi consensi ai candidati del partito. Le conseguenze all’interno della coalizione che sostiene il governo guidato da Pedro Sanchez potrebbero essere pesanti, considerato che sia Podemos che il movimento Sumar stanno ancora corteggiando le frange più estreme del transgenderismo spagnolo.

All’interno della dirigenza del Psoe ci sono diverse correnti legate al femminismo che sostengono politiche disparate, dalla legalizzazione della prostituzione all’inclusione del cosiddetto “terzo genere” in ogni tipo di atto ufficiale. La principale proponente di questo cambio di rotta sarebbe Ana Redondo, ministro dell’uguaglianza ansioso di riportare la barra al centro dopo gli slanci verso le estreme attuati da Irene Montero, ex ministro di Podemos. Il documento della commissione interna, pubblicato lunedì dall’agenzia Europa Press, è datato 7 agosto e invita la Commissione Esecutiva Federale a “cancellare immediatamente le lettere Q e Q+ da ogni documento ufficiale”. La ragione di questo cambiamento sarebbe di “proteggere l’unità, la coerenza ed il rispetto degli accordi adottati democraticamente dal partito”. L’oggetto del contendere, però, sembra legato ai caratteri dell’ideologia queer, ovvero identità ed orientamenti sessuali e di genere che esulano dalle categorie tradizionali. Per il Psoe, è proprio questa fluidità che minaccerebbe l’uguaglianza, rischiando di rendere invisibili le questioni legate ai diritti delle donne.
Montero: “Così si alimenta la transfobia”
In realtà la decisione della commissione conferma un cambio di rotta già deciso qualche mese fa, durante il 41° congresso federale del Psoe. L’assemblea plenaria aveva approvato lo scorso novembre un emendamento per eliminare l’ideologia queer dall’acronimo che da qualche anno descrive lo spettro delle identità sessuali non tradizionali. Rimuovere queste due lettere aveva causato uno scontro frontale tra i socialisti ed il movimento Sumar, parte della coalizione di governo: l’iniziativa parlamentare per forzare un voto alla Camera Bassa in difesa dei collettivi Lgbtqi+ non aveva, però, avuto successo. Ci sono però voluti diversi mesi prima che si passasse dalle parole ai fatti: ad inizio anno un gruppo di militanti ha inviato una richiesta alla dirigenza nella quale si faceva notare come continuare ad usare termini legati all’ideologia queer fosse in “chiara contraddizione” con la risoluzione del congresso.

La decisione di qualche giorno fa risponde proprio a questa petizione e sembra cristallizzare la posizione del partito sulla linea portata avanti dalle femministe tradizionali. La risposta dell’ex ministro dell’uguaglianza, l’eurodeputata di Podemos Irene Montero, è arrivata attraverso il suo account di X e sembra un guanto di sfida. “Decisioni come quella presa dal Psoe sono il primo passo verso l’odio, la fobia verso il movimento Lgbti e la transfobia.
È ironico che si chiedano come mai cresce il fascismo proprio quando sono loro a nasconderlo sotto un tappeto rosso. Quello che serve davvero è più orgoglio, più furia trans, più diritti”.