Farinotti 2014, il cinema italiano verso gli Oscar con Toni Servillo

È uscita la 18ª edizione del dizionario che censisce la produzione cinematografica distribuita in Italia. Niente film a cinque stelle. Per i curatori: "Non mancano talenti attoriali, ma il cinema d'autore non è più quello di una volta"

Farinotti 2014, il cinema italiano verso gli Oscar con Toni Servillo

Il Farinotti, il primo dizionario italiano che censisce tutti i film distribuiti in Italia, non ha mancato al consueto appuntamento con la stampa. È infatti uscita la diciottesima edizione del manuale che si propone di fornire agli spettatori gli strumenti necessari per districarsi nel mare magnum della produzione cinematografica senza venirne sommersi.

Il testo contiene oltre 35mila titoli e non vi è settore che venga tralasciato: dai grandi classici agli ultimi successi del botteghino, dai western ai thriller, dalla fantascienza al cinema d'autore, dall'horror ai film d'azione, dalla commedia al cinepanettone, i curatori scandagliano tutte le proiezioni. L'occhio del critico vaglia attentamente ogni pellicola, riportando un giudizio equilibrato che non dimentica però le preferenze espresse dal pubblico. La valutazione dell'esperto si mitiga attraverso il punto di vista dello spettatore medio, evitando di incorrere in elucubrazioni troppo elitarie. Una guida alla portata di tutti. Una monumentale bibbia del cinema dalla A alla Z.

Nella prefazione al testo Pino Farinotti, noto critico e scrittore cinematografico, e la figlia Rossella, che lavora a questo progetto da più di quattro anni, presentano l'edizione del 2014 e sottolineano una significativa assenza. Non ci sono film da 5 stelle. Il cinema piange la mancanza di elevata qualità. Scarseggiano gli autori in grado di reggere il confronto con i colossi del passato. Nelle stagioni precedenti "i grandi scrittori, i bravi sceneggiatori c'erano e lavoravano con i cineasti assimilandone storie e valori per poi narrarle con le giuste proporzioni. C'erano Flaiano, Guerra, Sonego, Age e Scarpelli, Maccari, Cecchi, D'Amico, Zavattini, Amidei e altri. C'era già Cerami", spiega la curatrice. Mancano ora degni successori.

La visione del cinema contemporaneo non è però del tutto negativa. Infatti nel panorama italiano spiccano alcuni talenti attoriali, primo fra tutti Toni Servillo, protagonista di La grande bellezza di Paolo Sorrentino, film di pregio che rappresenterà l'Italia agli Oscar. L'immagine dell'interprete è stata scelta anche per la copertina del dizionario, come emblema della "settima arte italiana" in seguito all'inizio della corsa verso le mitiche statuette. La pellicola inoltre è elogiata in quanto ha tentato di offrire uno spaccato di mondo, non limitato alla realtà nostrana ma di esportazione internazionale, sulla scia di La dolce vita e 8 e mezzo.

I cineasti attuali poi sono "tecnici perfetti, pubblicitari che vendono immagini esemplari, patinate, colorate, rigorose e senza un difetto". Da Garrone a Sorrentino da Virzì a Diritti, le pellicole dei nostri autori presenti nel manuale non commettono sbavature e si presentano al pubblico come perfettamente compiute. Tuttavia la Farinotti avverte la carenza di un sostrato portante di idee e contenuti validi. Per citare qualche esempio "Salvatores ha spesso attinto dalla letteratura ma con Educazione siberiana non ha saputo replicare la qualità di Nicolai Lilin". E ancora: "La migliore offerta di Tornatore è un mosaico quasi perfetto per stile e tensione. Ma non riesce a risolvere adeguatamente il finale".

Una menzione particolare è riservata a Sacro Gra di Gianfranco Rosi che ha vinto il Leone d'Oro a Venezia. Non accadeva da quindici anni.

"Bernardo Bertolucci, presidente della giuria, insime agli altri membri, ha deciso che era passato davvero troppo tempo. Ma per trovare un titolo adeguato si è dovuto ricorrere a un documentario, a un non-film. Non era ancora successo", conclude la Farinotti.

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