(...) di generazione in generazione, senza bisogno di imprimatur ufficiali, di loghi del Comune o di soldi pubblici.
Anchio non ho niente in contrario ai centri estetici, ma se aprono in continuazione centri estetici, non solo a Pontedecimo, e chiudono le librerie, come è successo anche recentemente a Certosa, a due passi da lei, ed i negozi di dischi, cè qualcosa che non va. Anchio, quando compro un best seller preferisco pagarlo il 15 per cento in meno piuttosto che il 15 per cento in più. E se voglio pagarlo di meno lo trovo sugli scaffali del supermercato. Idem per i dischi.
Ma cè qualcosa che va oltre lo sconto. Ed è il profumo della carta nella libreria e del vinile nel negozio di dischi; è, soprattutto, il profumo della libraio o del discaio (o come si dice) che non è un commesso, è un amico. Qualcuno che ti prende per mano nella scelta e, generalmente, non ha bisogno di digitare sul computer per trovare un libro. Qualcuno che ama profondamente il suo lavoro e che sa che il cliente tornerà da lui se saprà coccolarselo e dargli buoni consigli, offrirgli un valore aggiunto che vada oltre lo scontrino e il pacchetto. É qualcosa che, in qualche modo, proviamo a fare noi tutti i giorni con questo Giornale e che voi ci riconoscete con gli interessi con un affetto e una simpatia incredibili. Cosa di cui non vi saremo mai abbastanza grati.
Per quanto riguarda il problema segnalato da Enrico Cimaschi è, se possibile, ancor più grave. Perchè i cinema che chiudono in centro, lasciando il monopolio alle multisala (salvo le benemerite eccezioni dei cineclub e delle sale di comunità, che sono nate soprattutto nelle delegazioni), sono un fenomeno in qualche modo addirittura meno spiegabile dei libri e dei dischi solo alliper. Nelle multisala il biglietto costa generalmente più che nei vecchi cinema del centro; la coda per entrare è più lunga; il costo di popcorn, birre e patatine più elevato e, per di più, gli spettatori rischiano di sorbirsi decine di minuti di spot mentre aspettano lo spettacolo. Eppure, le multisala aprono e i piccoli cinema chiudono. Con leccezione di quelli trainati dalla forza benefica delle parrocchie. Ma qui siamo nei dintorni del miracolo, e non potrebbe essere altrimenti, vista la ragione sociale delle stesse.
Ecco, ribadisco.
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