L'arte di essere indispensabile senza apparire. La capacità di capire il genio e di indirizzarlo restando sempre dietro le quinte. Max Perkins (1884-1947), grande editor e agente degli anni '20 e '30, era tutte queste cose. Ha cambiato la letteratura scovando Francis Scott Fitzgerald e aiutandolo nella stesura di tutte le sue opere, compreso «Il grande Gatsby». Ha poi lavorato con Hemingway in un lunghissimo sodalizio, tanto che l'ombroso scrittore gli dedicò «Il vecchio e il mare». I due infatti andavano spesso a pescare sull'Atlantico dove Perkins però si rifiutava di dismettere i suoi abiti eleganti con il gilet. Eppure di Perkins, secondo molti il primo vero grande editor contemporaneo, ci si è a lungo dimenticati negli Usa. In Italia se ne è parlato ancor meno. Ora però arriva in libreria la biografia scritta da Andrew Scott Berg: «Max Perkins.
L'editor dei geni» (Elliot, pagg. 536, euro 35) che racconta nel dettaglio l'avventura editoriale di Perkins e soprattutto il suo rapporto con Thomas Wolfe. Da lui amatissimo, è stato una vera ispirazione per la Beat generation.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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