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Caro Camillo, ti prego: torna anti moderno

Risposta alla preghiera di Camillo Langone. E tentativo (speriamo non disperato) di farlo tornare a Messa (ovviamente in latino)

Camillo Langone, mi spiace che tu sia diventato una persona normale (almeno dal punto di vista religioso) e che tu non sia più un cattolico praticante, dunque un cattolico minoritario, a causa di virus cinese e diktat argentini. Giustamente, te la prendi con "il violento, ideologico divieto della messa in latino (motu proprio "Traditionis custodes")", con "la messa cattoprotestante quando si abbina (è quasi inevitabile) a omelie mondane e schitarrate dissacranti". Del motu proprio non mi curo, mentre le messe cattoprotestanti le evito come la peste (o, visti i tempi, il Covid). Sono anche d'accordo con te quando scrivi che Papa Francesco è "abbastanza ecumenico" perché "capace di distruggere comunità di tendenza preconciliare (francescani dell'immacolata) così come post (monastero di Bose)". Ma non riesco proprio a seguirti quando imbocchi la strada del "cristianesimo privato, comodo e fluido". Perché è durante la Messa, e solo in quel momento, che tu non sei più solo. E non parlo della comunità terrena che ti circonda, del giovane stonato (spesso io) e della vecchia che bisbiglia sempre. Parlo della comunità celeste.

Torna a Messa, Camillo. Con i cherubini e i serafini. E tutti i Santi del Paradiso. Per una volta, lasciati pregare. La modernità, diceva Giuliotti, è una "sozza baldracca". Torna anti moderno. È meglio. E fa pure bene all'anima.

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