Casamadre sfida il museo Madre A Napoli scoppia la guerra dell'arte

Il museo MADRE di Napoli ha una storia travagliata. Sulla carta avrebbe dovuto essere una boccata d'aria culturale per la città. E in effetti il Museo d'arte contemporanea Donnaregina avrebbe una collezione di tutto rispetto: Andy Warhol, Alberto Burri, Lucio Fontana, Robert Mapplethorpe, Francesco Clemente, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Richard Serra, Jeff Koons, Richard Long, Domenico Paladino, Piero Manzoni... Il museo però non è mai riuscito a decollare. Nel giugno 2005 venne inaugurato con un progetto ambizioso, a parole: intensa programmazione espositiva, servizi di ristorazione, bookshop, biblioteca e attività collaterali. Ma non accompagnato dal successo di pubblico: nel triennio 2007-09 circa 200mila visitatori.
Il tutto accompagnato da una gestione economica che ha riempito i giornali di articoli intitolati, a seconda dei casi, o «Il MADRE rischia di chiudere» o «il MADRE riparte». Risultato? La sostituzione, nel 2012, del primo direttore Eduardo Cicelyn con Andrea Viliani. Fu di fatto una piccola guerra sostenuta dalla giunta regionale per aprire una procedura concorsuale al fine di reclutare un sostituto (ci fu anche l'offerta di Sgarbi di assumersi la direzione a costo zero). Alla fine il concorso lo ha vinto Andrea Viliani (scelto tra 33 candidati). Fine della commedia dell'arte napoletana? Beh, la scena madre non c'era ancora stata. Arriva adesso in forma di duello rusticano. Il 27 giugno aprirà a palazzo Partanna «Casamadre», la galleria rifondata da Cicelyn (era la storica galleria Amelio). Certo, non c'è la dicitura museo. Ma quanto ad artisti si parte con un bel pacchetto di mischia: Domenico Bianchi, Francesco Clemente, Luciano Fabbro, Antony Gormley, Anish Kappor, Jannis Kounellis, Barry Le Va, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto. Che la sfida sia già nel nome è un'evidenza. E il programma recita: «Se si vuole riprendere quel filo interrotto e riflettere in un solo pensiero la città in cui viviamo e l'arte... si deve ripartire da qui». La battaglia è iniziata. E ha subito preso la forma delle carte bollate. Pier Paolo Forte, presidente della fondazione del MADRE, ha inviato, secondo Il velino, una lettera di diffida a Cicelyn.

L'accusa è di concorrenza sleale e appropriazione di pregi. Intitolare la galleria Amelio «Casamadre» è stata, secondo lui, una trovata non solo poco originale, ma anche illegale. Ora la vicenda è affidata ai legali.

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