Voltafaccia Ue sui carburanti green

Dal Piano d'azione di von der Leyen sparisce l'alternativa italiana all'elettrico. È giallo

Voltafaccia Ue sui carburanti green
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«Rivedere il piano di transizione green per l'automotive, che come impostato dalla Commissione Ue prevede solo veicoli elettrici dal 2035, è semplice: basta apporre una virgola e far seguire biocarburanti inclusi. Così, infatti, sarebbe risultato nelle bozze che circolavano il 4 marzo scorso riguardanti il Piano d'azione automotive, presentato ufficialmente il giorno successivo dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Peccato, però, che il termine biocarburanti inclusi non apparisse più nel testo. L'impressione è che sia stato cancellato su input pervenuto dall'interno della stessa Commissione Ue».

A svelare questo «giallo», che in mancanza di passi indietro di Bruxelles, suonerebbe come una beffa e un grave dispetto alla volontà italiana di far considerare pienamente anche i biocarburanti, in virtù delle riconosciute proprietà decarbonizzanti nei trasporti, è Saverio Gaboardi, presidente del Cluster lombardo mobilità, interlocutore istituzionale della Regione per la ricerca e l'innovazione.

La tappa milanese del «Tour d'Europe» che mira a promuovere i carburanti prodotti con materie prime riciclate, come oli e scarti alimentari, un esempio concreto di economia circolare, ha dato vita a un'approfondita analisi della situazione che vede ancora parecchie resistenze ideologiche che stanno impoverendo sempre più il sistema automotive europeo.

Da una parte, a Bruxelles si promettono cambiamenti, ma dall'altra si continua a prendere tempo e si sta cercando, con il contentino dello slittamento di tre anni delle sanzioni anti CO2 ai costruttori di auto, di placare gli animi. «Ma non basta - ha ribadito Guido Guidesi, assessore lombardo allo Sviluppo economico e presidente dell'Alleanza fra le 38 (dalle precedenti 34) Regioni automotive europee - perché è in gioco l'intera industria del settore. A Bruxelles dev'essere sancito chiaramente il principio di neutralità tecnologica. Un cambio netto della regolamentazione non è più rinviabile». «Senza interventi tangibili, tra qualche anno in Europa andranno persi oltre 500mila posti di lavoro, secondo i dati forniti da Clepa, l'associazione che rappresenta i componentisti. Ci sono pochi mesi per intervenire, poi toccherà gestire dal punto di vista sociale ciò che ci troveremo dell'industria automotive sul territorio. Si è ancora nelle condizioni di riparare gli errori fatti dalla precedente Commissione», l'allarme di Guidesi.

Il «Tour d'Europe» si concluderà il 24 giugno proprio a Bruxelles. In quell'occasione i temi della neutralità tecnologica e dei biocarburanti saranno posti direttamente all'attenzione della presidente von der Leyen. «La squadra si è allargata e rinforzata - rincara la dose Guidesi - visto il momento di crisi e di incertezza. Se la richiesta non fosse accolta? In quel caso l'automotive potrebbe replicare quanto fatto tempo fa dal settore agricolo. Non è accettabile che, attraverso la regolamentazione, si arrivi a cancellare comparti economici e posti di lavoro all'interno dell'Europa, favorendo competitor che arrivano dall'altra parte del mondo».

A Milano erano presenti aziende (Enilive, Iveco, Bmw e Bosch) e associazioni (Anfia e Unem) impegnate, anche con altre realtà, a sostenere il Tour attraverso l'Europa.

«La battaglia continua - afferma Gianni Murano, presidente di Unem -: i biocarburanti sono disponibili da subito, come si sta dimostrando grazie a questa iniziativa. A Bruxelles ci faremo sentire». E Roberto Vavassori, presidente di Anfia: «Il governo per fortuna ci ascolta, ma deve fare più coesione con gli altri Stati per incidere sul Consiglio Ue».

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