Diario di una vita lunga e tormentata

Più si è grandi, e più si è vissuto, maggiori sono le contraddizioni e le ambiguità che si finisce con l'accumulare. E nella sua lunga e tormentata esistenza il grande Indro Montanelli - cui toccò persino di essere ricoperto di applausi a una Festa dell'Unità...) di contraddizioni e ambiguità ne ha collezionate molte. Tra confessioni, pentimenti, giustificazioni e chiarimenti, tutte le facce e le vite del giornalista toscano, le ritroviamo - più che nei suoi libri, più che nei suoi pezzi - nelle sue lettere. Soprattutto in quelle private. Ecco perché l'antologia dell'epistolario di Indro Montanelli Nella mia lunga e tormentata esistenza. Lettere da una vita (in uscita oggi da Rizzoli, pagg. 410, euro 19,50) è un utile vademecum per capire le sfaccettature dell'uomo Indro, del cronista Montanelli, dell'intellettuale anarchico, del giovane fascista, del «resistente», dell'anticomunista, del conservatore, dell'(anti)berlusconiano... Troppe vite, per un pensiero unico.
Curata dallo scrittore Paolo Di Paolo (che oggi ha 29 anni, ma conobbe Montanelli quindicenne, scrivendo spesso alla «Stanza» del Corriere della sera), l'antologia seleziona quasi 190 lettere, scritte fra il 1929 e il 2001, anno della scomparsa, molte delle quali inedite, provenienti in particolare dal Fondo Manoscritti dell'Università di Pavia e dall'archivio della Fondazione Montanelli-Bassi di Fucecchio. Lettere indirizzate ai suoi genitori, a giornalisti (dal direttore del Corriere Aldo Borelli a Dino Buzzati), a scrittori (da Guareschi a Malaparte, da Sciascia a Anthony Burgess), a politici (da Spadolini a Saragat), ai suoi (ex) editori (da Giulia Maria Crespi a Berlusconi). E, soprattutto, ai suoi lettori. La categoria a cui teneva di più (se rimarrà qualcosa di tutto ciò che ho scritto, diceva, saranno le lettere ai «miei» lettori).


Dalle giovanili ambizioni giornalistiche alla gloria del venerato maestro, dalla campagna d'Etiopia all'Italia di Prodi e Berlusconi, Montanelli nella sua lunga e tormentata esistenza fu sempre in sella. Da protagonista e con le sue contraddizioni. Qui dentro c'è l'uno e ci sono le altre.

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