Dio e l'esercito salvino la regina, ostaggio di spietati terroristi

Il thriller "Il giorno dei Lord" di Michael Dobbs incarna il peggiore dei nostri incubi: il mondo ricattato dai tagliagole

Dio e l'esercito salvino la regina, ostaggio di spietati terroristi

La qualità dei thriller estivi è inversamente proporzionale alla loro incredibile quantità. Spesso si tratta di roba buttata lì per timbrare il cartellino come ogni anno. Il giallo italiano, con le dovute eccezioni, non mette i brividi di paura ma è comunque agghiacciante. Romanzi seriali ridicoli, con catene di omicidi in borghi di 1500 abitanti, Don Matteo non è stato trasmesso invano; luoghi dove in realtà l'unica notizia, negli ultimi 15 anni, è la caduta dalla bicicletta del parroco. Romanzi seriali di 500 pagine (fa tanto scrittore professionista) in cui l'assassino è riconoscibile fin dal primo capitolo. Romanzi seriali composti quasi unicamente di dialoghi che ricordano quelli dei B-movie utili soltanto a tirarla lunga. Romanzi seriali con: vecchietti investigatori, sbirre investigatrici, detective nevrotici, detective sarcastici, detective violenti, detective depressi. Comunque detective e ancora detective, in provincia, nelle metropoli, al mare e in montagna, professionisti o improvvisati. Romanzi che scimmiottano brutti romanzi americani che scimmiottano bei romanzi americani. Lingua «editoriale», nel senso che ci pensano gli editor a leccare il libro fino a renderlo inoffensivo, aspetto di una sceneggiatura mediocre, storie che significano nulla o ancora peggio storie dove ci sono più pistolotti che pistole.

Per questo vi proponiamo di portare sotto l'ombrellone un libro diverso: prevede una storia interessante, un personaggio anticonformista e una prosa articolata ma scorrevole. Il titolo è Il giorno dei Lord, lo ha scritto Lord Michael Dobbs e lo pubblica Fazi. Lord Dobbs è l'autore di House of Cards, i romanzi da cui è stata tratta la serie omonima, ora interrotta a causa dello scandalo che ha travolto il protagonista, un magnifico Kevin Spacey. House of Cards riusciva a essere appassionante con una materia non facile come la politica. Del resto l'autore, membro del partito conservatore inglese, ha collaborato a lungo con Margaret Thatcher. Anche La casa dei Lord sceglie, come terreno, la politica ma l'orizzonte è il terrorismo internazionale (di più non possiamo dire, non per autocensura politicamente corretta ma per non rovinare la lettura). In questo libro, non sono escluse scene di azione anche molto forti. Il protagonista, Harry Jones, è un deputato, ex militare, ex sottosegretario agli Interni, caduto in disgrazia per le sue opinioni. Come questa relativa al multiculturalismo: «Se una nazione vuole rinunciare a sopravvivere, non ha che da perdere le sue radici. Così come un esercito ha bisogno di sapere per cosa combatte, una nazione deve avere chiara la sua identità». Il paradiso «non si costruisce sui luoghi comuni». Oppure questa: «Il patriottismo ormai è fuori moda, ma è anche per questo che siamo quelli che siamo. Noi siamo inglesi, Mike. Siamo uomini e donne che credono nella libertà e nella correttezza, e in altre stupidaggini come la corona, e il Natale, e perfino il cricket, quando non piove troppo».

Nel giorno dell'apertura del Parlamento, il cerimoniale prevede la presenza della Regina e del principe del Galles. Una banda di terroristi, che parlano un perfetto inglese sebbene abbiano l'aspetto di montanari pakistani o afgani, assalta il Parlamento e prende tutti in ostaggio. A questo punto parte una complessa e avvincente vicenda politico-diplomatica. Harry Jones è una strana figura di personaggio centrale, nel senso che grande spazio è riservato agli altri protagonisti, specie le donne, la ministro dell'Interno ad esempio. Dobbs è un maestro nel ritrarle. C'è molto cinismo riscattato, negli uomini migliori, dal fatto che sia uno strumento indispensabile per realizzare cose buone. C'è molto umorismo nero, tipicamente British. C'è una cura dei dettagli che può avere soltanto chi parla di cose che conosce perfettamente. C'è la convinzione nella superiorità dell'Occidente ma anche una profonda e non faziosa disamina dei suoi errori.

Insomma, La casa dei Lord diverte e fa pensare. Considerato che mette in scena uno dei nostri peggiori incubi, il mondo ricattato dal terrorismo, è davvero inquietante. Signori, un thriller, anzi il thriller dell'estate.

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