Per Baudelaire, la fotografia è un fiore del male appassito, un albatro catturato e schernito da rozzi marinai. Scrive in un articolo sui Salons del 1859: «Sono convinto che i progressi male applicati della fotografia hanno contribuito molto, come d'altronde tutti i progressi puramente materiali, all'impoverimento del genio artistico francese, già così raro». E poi, quasi profeticamente: «Se si concede alla fotografia di sostituire l'arte in qualcuna delle sue funzioni, essa presto la soppianterà o la corromperà del tutto, grazie all'alleanza naturale che troverà nell'idiozia della moltitudine».
Detto questo, il poeta non rifiutò di mettersi in posa per i fotografi, tutt'altro (i suoi ritratti più noti sono quelli firmati da Nadar e Étienne Carjat). Ma nell'immagine che pubblichiamo qui a lato, ora acquistata dal Musée d'Orsay per circa 50mila euro, come rivela il Figaro, è tutt'altro che in posa. Pare un fantasma che occhieggia di nascosto, mentre in primo piano c'è un certo monsieur Arnauldet. Il timido e iracondo Charles è appoggiato a una sorta di «quinta» che fa da sfondo.
Un collezionista e mercante di foto ottocentesche, Serge Plantureux, ha condotto un'indagine sul reperto, finito in un album di famiglia da lui comperato per pochi euro. Ed è giunto all'identificazione che, a occhio e croce, pare decisamente plausibile, anche perché Arnauldet era un amico del poeta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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