Cultura e Spettacoli

Ecco lo stupidario del "vocabolario" d'arte

Gli "esperti" parlano un linguaggio da iniziati. Per i profani, nessuna pietà...

Ecco lo stupidario del "vocabolario" d'arte

Forse è vero che, come diceva Oscar Wilde, «quando i banchieri si ritrovano a cena, parlano di arte. Quando gli artisti si ritrovano a cena, parlano dio soldi». Ma cosa accade quando una persona digiuna d'arte si azzarda a parlare con un presunto esperto di arte? In coda all'interessante libro di Chiara Zampetti Egidi «Guida al mercato dell'arte moderna e contemporanea» (Skira) c'è un glossario di «termini ed espressioni», scorrendo il quale vi si aprirà un universo tragicomico fatto di slang e inglesismi capace di mettere ko chi questo lessico da iniziati non lo mastica neppure un po'.

Benvenuti nel fantastico mondo «letterario» dell'«artese», che sta all'arte come la burocrazia sta al burocratese. Anzi, peggio. A scopo esemplificativo abbiamo immaginato un dialogo tra un profano che vorrebbe vendere un suo quadro (eredità di famiglia) e il banditore di una casa d'asta aggiornatissimo su tutti i termini più alla moda nel settore arte, aste e mercato. Buon divertimento.

Venditore: «Buongiorno, vorrei vendere un Michele Cascella, olio su tela del 1956, lasciatomi in eredità da mio nonno. Sa, la crisi... avrei bisogno di monetizzare... Può aiutarmi?».

Banditore: «Quindi lei è consigner».

V: «No, io mi chiamo Michele...».

B: «Consigner, significa proprietario dell'opera...».

V: «Scusi...»

B: «Niente... Io sono l'auctioneer»

V: «Piacere signor auctioner, lei è di origine inglese? Complimenti, parla benissimo l'italiano».

B: «Ma cosa ha capito, auctioneer significa "banditore d'asta"».

V: «Sono mortificato...».

B: «Fa nulla... A proposito del suo Cascella, temo che rimarrà bought in».

V: «Prego?»

B: «Sì, bought in... cioè invenduto».

V: «Cavolo... ma perché?».

B: «Perché Cascella è considerato un artista burnt».

V: «Beh, brutto mica tanto... a me piace!».

B: «Burn, non brutto... burn significa bruciato sul mercato».

V: «E chi l'ha burn? Cioè bruciato?».

B: «I gatekeepers».

V: «Non ho il piacere di conoscerli. Sa, frequento poco i salotti...».

B: «Sono coloro che hanno il potere di dare o negare l'accesso al mondo dell'arte al vertice e al mercato».

V: «Caspita...».

B: «Sono sempre loro a occuparsi del fresh to the market...».

V: «Ah, gestiscono pure un supermarket...»

B: «Macché supermarket... fresh to the market indica un'opera messa per la prima volta nel mercato oppure che vi è già apparsa».

V: «Mi taccio...».

B: «Piuttosto, qual è la condition report del suo Cascella?

V: «Ottima!».

B: «Ma sa cosa significa condition report?»

V: «No».

B: «E allora cosa risponde? Condition report equivale a stato di conservazione».

V: «Vede che, senza volerlo, avevo risposto giusto? Ottimo stato di conservazione».

B: «Poche chiacchiere... qual è il reserve price del suo Cascella?».

V: «Reserve price?».

B: «Sì, il prezzo di riserva».

V: «Boh, faccia lei...».

B: «Mah, la vedo dura. Speriamo in un buon hammer price».

V: «Che tradotto, sarebbe?».

B: «Prezzo di aggiudicazione».

V: «Io mi accontenterei anche di mille euro».

B: «Per cifre così basse escluderei la telephone bid, cioè un'offerta telefonica».

V: «Anch'io. Soprattutto perché, non pagando la bolletta, mi hanno staccato il telefono»

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