La fotografia è, per chi organizza mostre, il corrispettivo dei riempipista in discoteca: funziona sempre e comunque. Viviamo gli anni del «siamo tutti fotografi» e degli instagrammer a caccia di cuori ( like ) su Instagram, il social network che permette di condividere foto dal cellulare. Viviamo gli anni del «siamo tutti fotografati» e sovente, merito o colpa del selfie, siamo soggetto e oggetto del medesimo scatto. La foto - del piatto che mangiamo o del look per la serata - è usata, e ben più della parola, per comunicare con gli altri e da ospite incomoda è diventata l'invitato principale di mostre ed esposizioni. La prova? Il calendario autunnale degli eventi culturali in Italia.
Al momento un'intera città, Bologna, è felicemente occupata dalla «Biennale di fotografia industriale» (fino all'1 novembre, ingresso libero) con 14 mostre proposte dalla Fondazione Mast con l'attenta curatela di François Hébel. Un'infilata di tristi capannoni o di scatti posati per la gloria aziendale? Non esattamente: nei musei e nei palazzi storici della città sono allestite personali di rilievo come quella del fotografo di moda David LaChapelle che ritrae distributori di benzina in America, l'incredibile indagine, datata anni '50, di Winston Link su locomotive riprese in notturna, il lavoro del tedesco Hein Gorny che negli anni '30 ritraeva i Bahlsen (sì, i biscotti) come fossero gioielli o quello di Gianni Berengo Gardin sulle macchine industriali, dalla Olivetti 22 ai tram milanesi. C'è spazio anche per chi sperimenta: Kathy Ryan, caporedattore al New York Times Magazine , immortala spazi inediti della sede del New York Times realizzata da Renzo Piano. Dettaglio: lo fa con il suo iPhone.
Torino ha appena aperto «Camera», il Centro per la fotografia italiana, con grossi sponsor a sostegno del progetto e la personale dell'ucraino Boris Mikhailov a far capire che le cose saranno organizzate per bene, mentre Roma ospita al Macro «Fotografia» (fino al 17 gennaio), densa rassegna di fotogiornalismo a cura di Marco Delogu. A Milano il Comune ha affidato a tre diverse società, Civita, GAmm-Giunti e Contrasto, la gestione delle mostre di Palazzo della Ragione consacrandolo così alle esposizioni fotografiche, e cibo, moda e design sono i temi al centro di «Photofestival» (in vari spazi cittadini) mentre «Photoshow», fiera di fotografia digitale, coccola i millenials con il lato glam dell'obbiettivo (fino a domani).
La fotografia ha poi le sue fotostar, le cui mostre, annunciate da gigantografie che punteggiano gli spazi pubblici urbani, viaggiano per tutta Italia. Grande attenzione per il brasiliano Sebastião Salgado e per l'americano Steve McCurry: entrambi (coincidenza) hanno in corso una mostra sul caffè (il primo all'Expo, il secondo alle Tese dell'Arsenale di Venezia). Quest'anno in Italia Salgado ha già inaugurato con la sua Genesi il ciclo di mostre a Palazzo della Ragione a Milano, ha esposto alla Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia e al Forte di Bard di Aosta mentre McCurry, dopo la personale alla Villa Reale di Monza, è ora anche ai Musei di San Domenico di Forlì con «Icons and women» (pezzo forte: il ritratto di Sharbat Gula, la celeberrima ragazza afgana dagli occhi verdi).
E poi ci sono gli outsiders, come il «Festival di fotografia etica»
(10-25 ottobre) di Lodi che, con pochi mezzi e molte idee, propone da sei anni il lato impegnato della fotografia al servizio di associazioni e campagne a scopo sociale. Funziona: settemila presenze paganti lo scorso anno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.