Houellebecq: "La Francia rischia la guerra civile"

Dopo "Sottomissione" lo scrittore racconta allo "Spiegel" le sue preoccupazioni per il destino dell'Occidente

Michel Houellebecq
Michel Houellebecq

Si discute molto su quanto il nuovo libro di Michelle Houellebecq, Sottomissione (da noi edito da Bompiani), sia da considerare una provocazione e quanto invece contenga convinzioni profonde dell'autore. La risposta che dà l'intellettuale francese però sembra essere sempre più chiara. Almeno a giudicare dalle anticipazioni che stanno circolando sull'intervista che ha concesso allo Spiegel e che verrà pubblicata oggi. Secondo Houellebecq in Francia: «Una guerra civile è possibile». La sua è un'analisi molto preoccupata del sistema politico del suo Paese.

«Da 40 anni i partiti consolidati, i media e i promotori culturali cercano di fermare l'avanzata del Front National. E hanno fallito». E insiste: «Uno scontro è possibile», continua, se François Hollande sarà rieletto alla presidenza nel 2017. Lo scrittore rileva che nonostante i tentativi di limitare l'ascesa di Marine Le Pen, la società si sposta invece sempre più a destra. «Così si approfondisce la frattura fra il popolo e l'élite politica e mediatica, che parlano in suo nome», spiega. Nella chiacchierata con il settimanale tedesco l'autore di Sottomissione torna anche su altri temi che gli sono cari. A partire dalla fine del ciclo storico iniziato con la Rivoluzione francese. «Il modello repubblicano con le sue libertà e i suoi ideali di uguaglianza si sta frantumando. L'illuminismo è alla fine. L'umanesimo è morto. Il laicismo inventato oltre cento anni fa da politici che vedono il futuro nell'ateismo, è morto. La Repubblica è morta».

«Mi piacerebbe credere in Dio, ma spesso non mi riesce», conclude.

Il tema è molto caldo anche in Germania dove dall'ammissione del fallimento del modello multiculturale fatta da Angela Merkel nel 2010, si stenta a trovare una nuova via.

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