Cultura e Spettacoli

Tra Dickens, Mary Shelley e Tim Burton arriva Oscuri Talenti

Oscuri Talenti è forse uno dei fantasy più interessanti degli ultimi anni, capace di miscelare horror, gotico e quelle atmosfere tipiche della letteratura vittoriana

Tra Dickens, Mary Shelley e Tim Burton arriva Oscuri Talenti

L'anno è il 1874 e una ragazza di sedici anni, con gli abiti bagnati di pioggia, lividi sul collo e disperazione negli occhi, corre verso un binario, lontano dall'accusa di omicidio che le costerebbe la vita. L'unica salvezza è uno sporco treno merci in cui i suoi occhi stanchi si posano sulle forme di un bambino appena nato che sembra emanare una strana luce azzurra. Questa è l'immagine che apre Oscuri Talenti, romanzo di J.M. Miro edito da Bompiani, che verrà presentato in anteprima in occasione del prossimo Lucca Comics and Game. Ambientato nelle vene nere di una Londra annegata nell'epoca vittoriana, tra strade cupe e piene di polvere, Oscuri Talenti racconta la storia di Marlowe e Charlie, due bambini che non sono uguali agli altri e che proteggono un potere speciale che li rende Talenti. Questi ultimi sono creature con capacità particolari, che passano dalla guarigione al liquefare la carne dei nemici. Creature spesso sole, abbandonare e senza difese, che vengono inseguiti dal misterioso Jacob Marber, che sembra avere l'unico compito di distruggerli. L'unico rifugio per i Talenti - e, dunque, per Marlowe e Charlie - è il Cairndale, un istituto poco fuori Edimburgo, in Scozia, dove i ragazzi possono "liberare" i propri poteri senza essere costretti a tenerli nascosti. Ma la minaccia di Jacob Marber, che si annuncia come un uomo di fumo e polvere, incombe su tutti e forse saranno proprio Marlowe e Charlie a fare la differenza.

Oscuri Talenti

Il senso del mostruoso in Oscuri Talenti

Oscuri Talenti si presenta come un romanzo avvincente, scritto in modo preciso ed elegante, che si pone a metà strada tra la tradizione gotica e la letteratura vittoriana. Dal gotico, soprattutto, il romanzo di J.M. Miro eredita il senso del mostruoso e la figura stessa di mostro, intesa soprattutto come archetipo narrativo. La parola mostro deriva dal latino monstrare, che indicava l'atto di far vedere, di mettere in mostra. La letteratura gotica ha sempre giocato su questa duplice natura della creatura mostruosa: da una parte qualcosa da tenere segreto, nascosto, per non suscitare paura e aberrazione. Dall'altra il bisogno di mostrare questi prodigi, di metterli in mostra davanti alla folla di "normali" per metterli davanti alla propria mediocrità. Basti pensare al Frankenstein di Mary Shelley, in cui la Creatura veniva quasi trascinata fuori dal buio a cui apparteneva, per mostrare in realtà la sua bontà e umanità, davanti a una società invece cieca e spaventata. Oscuri Talenti esegue un'operazione di questo tipo: Charlie e, soprattutto, Marlowe vengono educati a tenere nascosti i poteri che li caratterizzano, a ingoiare le loro particolarità per paura delle reazioni degli altri. La loro vita prosegue per sottrazione: troppo diversi dagli altri, i protagonisti di questo romanzo devono nascondere se stessi, come mostri che non vogliono essere inseguiti da folle inferocite con fiaccole infuocate tra le dita. J.M. Miro porta dunque sulla carta due personaggi che non sono diversi, ma che sono mostruosi. La diversità non viene mai esaltata o romanticizzata, ma trattata come carattere distintivo dei personaggi messi in scena, un'arma a doppio taglio che può ferire chi la impugna. Rimane invece invariato il senso di unicità, la stra-ordinarietà di Charlie e Marlowe, che crescono tenendo le fila della loro amicizia nata in mezzo alla solitudine e che imparano ad accettarsi. In questo senso si potrebbe dire che i due personaggi di Oscuri Talenti sono "maschere" che hanno ereditato molto dalla letteratura e dal cinema, al punto da non stonare in una storia che portasse la firma estetica di un regista come Tim Burton, coi suoi personaggi emarginati e troppo speciali per poter vivere serenamente nella società di "normali".

Ma se Oscuri Talenti eredita la costruzione dei personaggi e la struttura dell'intreccio dalla tradizione gotica, l'ambientazione è un chiaro rimando alla letteratura di epoca vittoriana, con le sue strade scure e polverose, castelli dispersi in brughiere non proprio amichevoli. L'atmosfera che riempie il romanzo sembra rimandere da una parte la povertà che trasudava in Oliver Twist di Charles Dickens, dall'altra l'eco di quelle che hanno riempito le pagine di romanzi come Jane Eyre e Cime Tempestose, a cui si aggiunge un senso di minaccia costante che tiene avvinto il lettore, che gli fa annidare lo stomaco. Il mostruoso e l'horror si prendono dunque per mano, costruendo un intreccio in cui all'inizio tutto viene solo suggerito, ma rimane nascosto, come se davvero ci fosse uno strato di polvere e fumo che annebbia la vista, ma permette ugualmente di avvertire il pericolo imminente.

Primo capitolo di una trilogia, Oscuri Talenti è uno dei fantasy più interessanti proposti dal mercato editoriale negli ultimi anni, un romanzo di formazione e horror, con rimandi dark academia e una prosa che sedurrà nel giro di pochissime frasi.

Oscuri Talenti

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