Cultura e Spettacoli

"La Pantera" che con la voce accedeva musica e palco

L'artista si era ritirata da tampo ma le sue canzoni e la sua recitazione hanno segnato l'arte (non solo) italiana. Il record di Festival e 80 milioni di dischi.

"La Pantera" che con la voce accedeva musica e palco

Nel 2018 era fuori dalla scena attiva da ormai otto anni; l'Alzheimer e altri vari acciacchi le attanagliavano il corpo... Ma il pubblico e soprattutto gli addetti ai lavori non l'avevano dimenticata e a Sanremo le fu assegnato il Premio alla Carriera, ritirato dalla figlia Martina. Era da parecchio dunque che non si sentiva, eppure la morte di Milva - scomparsa nella sua casa di Milano a quasi 82 anni - lascia un vuoto incolmabile. Milva era una presenza ingombrante - e a volte scomoda - sulla scena artistica italiana e non solo perché per lei impazzivano anche il pubblico francese e tedesco. Con la sua duttile ed evocativa voce da contralto sapeva interpretare il teatro e la canzone con gusto al tempo stesso intellettuale e popolare, tanto da essere chiamata «La rossa», dal titolo di un brano scritto per lei da Enzo Jannacci ma anche per la sua passione politica. Per il pubblico di Sanremo invece era «la pantera di Goro», che sfidava a suon di gorgheggi «la tigre di Cremona» (Mina) e «L'aquila di Ligonchio» (Iva Zanicchi).
Milva però ha un percorso artistico unico che spazia dalla musica leggera a quella impegnata al teatro, presa per mano da personaggi come Giorgio Strehler e Luciano Berio. Ha fatto tanto teatro, ma anche tante canzoni, non a caso ha il record di presenze (ben 15) a Sanremo accanto a Peppino Di Capri, Al Bano e Toto Cutugno. A Sanremo arriva nel 1961 - dopo qualche anno di gavetta nelle balere del ferrarese e la vittoria a un concorso per voci nuove della Rai (i talent di allora), sbaragliando quasi 8mila partecipanti. Giovanissima eppure per nulla impaurita, canta Il mare nel cassetto e si piazza direttamente al terzo posto. Capelli rossi, aria di sfida e movenze sensuali (che si accentueranno con il passare degli anni), piace a tutti e si ripresenta l'anno successivo al Festival arrivando seconda con Tango italiano, che si piazza in testa alla hit parade e le apre le porte della grande popolarità. Gli uomini hanno un grande rilievo nella vita pubblica e privata di Milva, che nel 1961 sposa il regista Maurizio Corgnati e che poi si legherà a vari personaggi di rango come Mario Piave e Luigi Pistilli. La commistione tra opera colta e popolare parte presto, già nel 1962, dopo il Festival, quando viene chiamata ad esibirsi a Parigi all'Olympia. La sua vena impegnata - alla ricerca anche delle radici fokloriche - parte ben prima del '68, con dischi come Le canzoni del tabarin. Canzoni da cortile e soprattutto Canti della libertà dove interpreta la versione originale di Bella ciao che poi porterà coraggiosamente nel mood leggero della televisiva Canzonissima.
La sua presenza scenica così calda ed esuberante la porta prima al teatro leggero (con personaggi come Bramieri e Riondino) e poi alla magica stagione con Giorgio Strehler. Con lui darà luogo a tanti capolavori al Piccolo di Milano. Infine c'è la passione per l'opera di Brecht, con ruoli celeberrimi come Jenny dei Pirati in Opera da tre soldi. Tanto teatro con Brecht, ma anche tanta musica, ché Milva dedicherà ben quattro dischi all'opera di Brecht (Milva canta Brecht), senza contare i numerosi recital dedicati al grande autore in tante parti del mondo, compreso il Sudamerica. Laggiù si innamora della fisarmonica e del tango di Astor Piazzolla che le dedica l'opera Maria de Buenos Aires.
Milva debutterà anche alla Scala, diretta da Luciano Berio (1982) nella Prima assoluta de La vera storia e lavora all'Opera di Parigi. Fosse nata in Francia sarebbe stata un'esistenzialista, però grandi erano le affinità con quei personaggi e soprattutto con Edith Piaf, di cui interpreta anche la più bella versione mai incisa di Milord.
Non disdegna la televisione leggera - che con lei acquista molto in qualità - conducendo nel 1980 Palcoscenico, con il poliedrico Oreste Lionello e il varietà Al Paradise dove c'è anche Heather Parisi. Lo stesso anno, per ribadire il suo impegno, incide il citato album La rossa, scritto e prodotto dall'amico Enzo Jannacci. Sono in molti a voler collaborare con lei: da Ennio Morricone a Franco Battiato. Con Battiato (e Giusto Pio) inciderà tre album da lui prodotti... Il primo, Milva e dintorni, contiene il piccolo capolavoro "Alexander Platz", che diventerà un grande successo radiofonico e verrà inciso in numerosi dischi- antologia persino in Giappone. Alexander Platz diventerà il titolo della versione tedesca dell'album. Passano nove anni prima di reincontrare Battiato con un altro colpo che fa centro, l'album Svegliando l'amante che dorme, anche questo è un disco di ottimo livello, con il singolo Una storia inventata che fa da apripista al clamoroso successo che il disco ha anche in Spagna, Germania e Giappone. Nel 1990 e nel 1993 torna a Sanremo con Sono felice e Uomini addosso ma il suo tempo sembra essere un po' passato ed entrambe le volte non riesce ad approdare in finale. Negli anni Novanta e Duemila Milva centellina i progetti, tornando spesso in teatro, incidendo con Al Bano il duetto Io di notte, realizzando un album con le poesie di Alda Merini. Nel 2007 c'è la sua ultima partecipazione a Sanremo con un pezzo di Giorgio Faletti e poi a seguire l'ultimo album con Battiato, dall'inventivo titolo Non conosco nessun Patrizio, che entra nuovamente nella classifica.

Nel 2010 annuncia in tv, a L'Arena di Massimo Giletti, il suo addio alle scene, ma pochi mesi dopo porterà ancora in scena La variante di Luneburg e nel maggio dell'anno scorso - insieme con altri artisti - ha fatto un cameo in un video di Dario Gay, sua ultima apparizione ufficiale.

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