È dopo le polemiche sulla Biennale e lattesa per la sua trasmissione, Il mio canto libero che andrà in onda su Rai1, Sgarbi regala al suo pubblico anche una gran burla. Vittima il prestigioso settimanale lEspresso. Il critico infatti ha anticipato ad Affari italiani che i giornalisti di quella testata hanno fatto uno scivolone artistico con doppia capriola su Raffaello Sanzio, il pittore più famoso del Rinascimento. Infatti sulla copertina del numero andato in edicola il 4 maggio campeggiava a tutta pagina La visione di Ezechiele, il celebre dipinto esposto a Firenze con al piede il titolo choc: «Il falso Raffaello». Secondo il giornalista Tommaso Cerno si tratterebbe di soltanto una copia dipinta dopo la morte del maestro. Il vero quadro sarebbe unaltro riscoperto a Ferrara. Insomma un incredibile inganno durato secoli, rivelato dallindagine accuratissima di uno studioso proprio allievo di Sgarbi, Roberto De Feo.
Ma ecco che adesso la scoperta e lo scoop giornalistico vengono invece freddati dal critico che ha rivelato ad Affari Italiani: «Innanzitutto va detto che quello che lEspresso definisce un falso, è invece unopera vera. Mentre il vero falso è quello che il mio allievo, lo studioso Roberto De Feo, ha trovato due anni fa guarda caso a Ferrara, la mia città... Durante la prima puntata de Il mio canto libero racconterò per intero comè andata...». E con il Giornale Sgarbi si sbilancia ancora di più: «De Feo è un kamikaze, è stato mio allievo e quindi so che sta allarte come Jerry Calà sta alla politica internazionale... La sua unica dote è che è simpatico e io gli dicevo di portarmi le bibite... Ma quale studio, il quadro di Ferrara non ha nulla delluso del colore di Raffaello... AllEspresso non hanno chiamato nessuno studioso serio per controllare, che vergogna...». Insomma a sentire il critico, il giornalista, che si è spinto a scrivere frasi come: «Proprio come nel romanzo di Dan Brown, anche questo codice Raffaello ha come protagonista uno studioso», avrebbe fatto proprio il passo più lungo della gamba.
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