Se il restauro conviene al pubblico e al privato

L a questione del rapporto fra privati e beni culturali è assai articolata come testimonia un interessante volume uscito proprio in questi giorni: La cultura ai privati. Il partenariato pubblico privato (sponsorizzazioni e project financing) ed altre iniziative, a cura di Toti S. Musumeci (Cedam 2012).
La definizione di «bene culturale» come «testimonianza materiale avente valore di civiltà» ha portato nel nostro Paese a inglobare all'interno di questa categoria una larghissima (e in costante aumento) quantità di beni da tutelare e valorizzare. Perché il nostro patrimonio non rappresenti solamente un costo legato alla sua conservazione, ma anche una fonte di reddito, occorre interrogarsi su quali siano i modi per mettere a valore i nostri beni culturali.
Come si afferma nel libro, «è un dato di fatto che l'unico strumento per salvaguardare il patrimonio culturale è quello di coinvolgere maggiormente i privati, rendendoli responsabili delle iniziative culturali».
Due in particolare sono gli aspetti trattati nel testo curato da Musumeci: la sponsorizzazione e il project financing. Del primo si è parlato a profusione con la vicenda che ha visto l'imprenditore Della Valle finanziare i lavori di restauro del Colosseo. Si tratta di una forma utilizzata dalle imprese che consente un ritorno di immagine a fronte della somma investita. Qui sta infatti la differenza con le elargizioni liberali (mecenatismo): la contropartita che ottiene lo sponsor. Molto interessante, in ragione della sua scarsa applicazione, è il capitolo riguardante il project financing (o «finanza di progetto»): uno strumento utilizzato per finanziare singoli progetti di investimento, che consente ai soggetti privati coinvolti nella realizzazione di un'opera pubblica di gestirla per un arco di tempo sufficiente a remunerare l'investimento iniziale. Le ragioni del suo modesto utilizzo sono ravvisabili in tre aspetti: la possibile scarsa redditività dei beni culturali, il complicato rapporto tra tale istituto e i beni culturali e, infine, i contrasti giurisprudenziali sulla sua concreta applicabilità al settore.

Nonostante ciò, in questi anni si sono realizzate opere e sono in corso di realizzazione opere basate sul project financing per i beni culturali, come la concessione aggiudicata per la restaurazione di Villa Reale nel Comune di Monza o la concessione per il recupero funzionale di Villa Porro Lambertenghi in provincia di Como. Per rendere appetibile questa soluzione, è quindi necessaria una chiara e incentivante definizione delle regole da parte dello Stato.

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