Ci sono: il presidente dell'Aie Ricardo Franco Levi, il direttore Andrea Kerbaker, l'Ad di Fiera Milano Fabrizio Curci, il sindaco Giuseppe Sala, l'assessore Del Corno. Tutti pronti a tagliare il nastro - fucsia - della seconda edizione di Tempo di libri. La fiera del libro di Milano. Poi il nastro lo taglia la piccola Sofia, perché è l'8 marzo, e allora una bambina rappresenta le donne. E anche tutti gli studenti che sono riusciti ad affollare la fiera fin dal mattino prestissimo, per timore del minacciato sciopero dei mezzi. Benvenuti, quindi, tra la folla - e questa è già una novità rispetto allo scorso anno - e con il saluto del presidente Mattarella, perché ministri da Roma non ne sono arrivati. Non Franceschini, che era apparso per la prima edizione, non la Fedeli che era inizialmente attesa. Ma lo sciopero...
Si gira fra gli stand, il sindaco Sala spera che «quest'anno sia l'edizione, dopo la prima che era ovviamente sperimentale, che consacrerà Milano come centro dell'editoria e della lettura», e che renderà Tempo di libri un «pilastro negli eventi milanesi». Poi ringrazia le case editrici, «per l'investimento». A proposito di soldi, la domanda è proprio quella: quanto ha investito il Comune di Milano nella fiera? Domanda lecita, mentre il sindaco cammina accompagnato dal codazzo di giornalisti e addetti stampa, saluta gli editori (Hoepli, Sem, Feltrinelli, il gruppo Gems dove gli regalano Un paese senza leader di Luciano Fontana, Mondadori, Einaudi, Rizzoli, La nave di Teseo) e si fa fotografare con i bambini delle scolaresche. Risposta: «Abbiamo investito in termini di comunicazione, come per tutte le altre fiere. È quello che ci chiedono. Non c'è stato investimento economico».
SPETTRI Un fantasma si aggira per la fiera: la polemica, solita, tritissima, sul confronto con Torino. Enrico Selva Coddè, Ad di Area Trade Mondadori Libri, cerca di placare gli animi; anche se, certo, due manifestazioni sono costosissime (per gli editori).
MIMOSE Lunga sosta del sindaco allo stand del Regno dell'Arabia Saudita, dove ci sono i bambini in veste tradizionale con le ceste di datteri, molte mimose, e una sola donna (con velo bianco). Avrà chiesto ai rappresentanti dell'ambasciata di partecipare alla sigla del «Patto per la parità e contro la violenza di genere», avvenuta un quarto d'ora dopo?
CAPRA Virginia Woolf si firmava «capra» nelle sue lettere giovanili (Utet): perché era testarda, e anche abituata alla durezza della vita. Altro che mimose.
VIE EN ROSE Dai rosa di Emma books (romance digitali) alle Cento voci di Tea Ranno (Frassinelli), dall'iraniana Simin Daneshvar (Brioschi) alle «donne politecniche», passando per le «Cento donne contro gli stereotipi», il «Cibo: femminile plurale», le «Donne al lavoro» di Vera Gheno, le Donne come noi (Sperling & Kupfer), le «Donne nella scienza» e Il bicchiere mezzo pieno (Piemme), fino a «Osho: Il mistero femminile» (Mondadori)... Le quote rosa sono state già esaurite.
MINORI(LI) Gabriella Luccioli, una delle otto prime donne magistrato d'Italia, ricorda le parole del presidente della Corte d'Appello di Roma, mezzo secolo fa: le donne sono fatte per il ricamo e il cucito. Mandiamole tutte a fare il giudice minorile.
SI MANGIA Sì, però che cosa? Insetti, cucinati al «Laboratorio con insetti e farina di insetti nei prodotti da forno». Slurp. Meglio forse i carboidrati e i consigli di Antonia Klugmann, primo giudice donna di MasterChef Italia, che svela: «All'Autogrill sono contenta, perché ci sono solo panini».
SPIRITUALITÀ Massimo Cacciari e Enzo Bianchi parlano di icone, arte e esperienza cristiana.
PROSPETTIVE «Anche la sofferenza ha la sua data di scadenza». Promessa della poetessa Francesca Genti (HarperCollins).
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