La vita labirintica del razionale architetto Persico

Intellettuale sfuggente, uomo solitario e ambiguo, uno nessuno e tutto: architetto, critico, giornalista, grafico, romanziere... una vita, breve (36 anni), di idee e progetti innovativi e rivoluzionari non sempre e non tutti realizzati, e una morte misteriosa e violenta, non si sa ancora oggi se dovuta a una mano politica o passionale. Un'esistenza romanzesca, quella di Edoardo Persico (1900-36), geniale e misterioso protagonista della vita culturale italiana degli anni Trenta. E infatti Andrea Camilleri l'ha scelto come protagonista del suo nuovo giallo: Dentro il labirinto (Skira), indagine romanzesco-documentaria che cerca di chiarire la scomparsa di Persico, trovato morto nel bagno di casa, nel gennaio '36, in pieno fascismo: stroncato da uno strano infarto, suicidio o omicidio? E commesso da chi? Un agente dell'Ovra? O un(a) amante? A suo modo, un libro pop che ha contribuito a rilanciare la figura dello scrittore e critico napoletano, protagonista del razionalismo e teorico di peso dell'architettura moderna, del quale infatti la stessa casa editrice Skira ha appena ripubblicato gli scritti critici ormai introvabili, datati 1933-35, sotto il titolo Profezia dell'architettura, e al quale, infine, la rivista Cantieri ora dedica un numero speciale monografico (www.biblohaus.it/cantieri.php).
E così, ecco un ulteriore tassello per cercare di comporre il puzzle-Persico, o risolvere l'affaire Persico: un enfant prodige della modernità, antifascista e/o contiguo al Regime, inquieto cattolico di ferro e liberale e socialista, sposato ma... Fu amico di Piero Gobetti, con cui collaborò a La Rivoluzione liberale, organizzatore e promotore del gruppo di artisti noti come i «Sei di Torino», agitatore culturale a Milano dove collaborò con Belvedere, fondò la Galleria Il Milione, fu condirettore assieme a Giuseppe Pagano della rivista Casabella, per la quale firmò uno storico restyling, maestro e sperimentatore nell'arte grafica e pubblicitaria e prima ancora, tra il '27 e il '28, fondatore di una sua casa editrice, «Biblioteca italiana di Edoardo Persico» (con un sacco di titoli annunciati e uno solo stampato: Il sarto spirituale di Giuseppe Prezzolini), addirittura, secondo testimoni autorevoli, diplomatico a Mosca a metà degli anni Venti...

Soprattutto, però, critico d'arte, per il quale - come sottolineò il suo amico poeta Alfonso Gatto - l'architettura era intesa anche nel senso di «rivoluzione sociale, culturale, estetica». Edoardo Persico, tante luci e tante ombre. Aligi Sassu, di lui, disse: «È stato il profeta della nostra giovinezza».

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