Roma

La curiosità A scuola per imparare come «motivarsi»

Manager, professionisti, ma anche studenti e curiosi. Sono sempre di più le persone che scelgono di partecipare a un corso di motivazione, spinte dai motivi più disparati. Nella capitale si contano diverse società impegnate a «motivare» i propri clienti, ma questi corsi funzionano davvero? Che cos’è che spinge una persona a frequentarne uno? Per saperne di più abbiamo incontrato Giovanni Annunziata, esperto di tecniche di cambiamento e miglioramento personale, blogger di successo e socio della Max Formisano TCC di Roma.
Perché molte persone si iscrivono a questi corsi?
«Quello che riscontriamo nella maggior parte dei casi è una forte mancanza di autostima e un pessimismo nell’affrontare il quotidiano. Non hanno quello che noi chiamiamo un approccio alla vita “pro-attivo”. La persona pro-attiva è quella che di fronte a un problema invece di accampare scuse e lamentele vaglia tutte le alternative possibili per trovare una soluzione».
È vero che molte aziende iscrivono i propri dipendenti?
«Un dipendente soddisfatto e sicuro di sé ottiene più risultati. Molte aziende hanno capito che le persone sono il loro vero patrimonio e hanno deciso di investire sul proprio personale e soprattutto sui manager. È questo tipo di mentalità che permette di superare i momenti di difficoltà e di crisi».
Come si svolge un corso di motivazione?
«Il corso coinvolge la persona dal punto di vista mentale, fisico ed emozionale. La prima parte è molto introspettiva, invitiamo i partecipanti a riflettere su se stessi, a capire cosa desiderano davvero. Poi, con l’aiuto di alcuni esercizi, alleniamo la loro innata capacità di assumere un atteggiamento pro-attivo in qualsiasi situazione. Durante questi corsi si vedono spesso le persone ballare, urlare, abbracciarsi».
Deve ammettere che a un osservatore esterno la cosa può apparire un po’ insolita...
«Sì, ma solo se si tratta di un’osservazione superficiale. Partiamo dal presupposto che mente e fisico sono relazionati e se è vero che gli stati d’animo influiscono sulla nostra postura e sul nostro atteggiamento è vero anche il contrario. Modificando un atteggiamento fisico si può modificare anche un atteggiamento mentale, usiamo quindi i movimenti per stimolare un cambiamento nello stato d’animo».
I corsi di motivazione si concludono spesso con qualcosa di spettacolare, tipo camminare sui carboni ardenti o spaccare una tavoletta di legno a mani nude. Come mai?
«Sono esercizi che hanno un grande impatto emotivo perché simboleggiano il superamento dei nostri limiti. Dimostriamo a noi stessi che possiamo fare qualcosa che non credevamo possibile».
C’è qualcuno che si rifiuta di farlo?
«All’inizio in molti, ma alla fine lo fanno tutti.

E di loro spontanea volontà».

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