da Roma
Tra unargomentata requisitoria anticlericale, un monito contro «luso della forza» in Campania e una carezza a Nichi Vendola, candidato leader di Rifondazione, il Massimo DAlema ultima versione piace molto a sinistra. Molto meno, invece, allala ex Margherita del Pd, oggi ferrea alleata di Veltroni.
DAlema si muove senza strappi troppo netti o fughe in avanti, ma nel sottofondo il suo è un controcanto continuo alla linea attuale del Pd. Dallaustero cenacolo filosofico organizzato dalla sua Fondazione ItalianiEuropei in quel di Marina di Camerota, è arrivata una dura requisitoria contro la «demoniaca tentazione del potere» della Chiesa cattolica, e una denuncia dello «spostamento del peso politico dei cattolici da una parte», il centrodestra. Toni fieramente laici, che annebbiano il ricordo del DAlema, allora presidente dei Ds, che nel 2002 partecipava a San Pietro alla cerimonia («un evento grandissimo, la Chiesa è la grande realtà di oggi con cui ci dobbiamo misurare») di beatificazione di Escrivá de Balaguer, il fondatore dellOpus Dei. Che quanto a lobby di potere cattolico non scherza mica.
Pronta è arrivata la bacchettata del capo della Cei Bagnasco, ma ancor prima era stato Beppe Fioroni a rispondere per allex ministro degli Esteri. Dandogli del «vecchio comunista» e accusandolo di voler erigere nuovi «steccati» tra sinistra e cattolici dentro il Pd. Gli ex Ppi, offesi dallindiretta accusa dalemiana di essere stati inutili allo scopo di arginare la frana del voto cattolico verso il Pdl, temono di essere sospinti verso lirrilevanza in un partito che DAlema vorrebbe «spostare a sinistra».
Al contrario, dai lidi dellArcobaleno arrivano grandi aperture di credito verso lex vicepremier. Non è solo la politica delle alleanze, sostenuta da DAlema, ad alimentare il feeling: Rifondazione (o almeno la parte del Prc che si riconosce in Bertinotti, Giordano e Vendola) confida in lui per bloccare il disegno veltronian-berlusconiano di innalzare la soglia di sbarramento per le europee. «Non passerà mai in quei termini», ha garantito ai bertinottiani. E loro vedono in DAlema lultimo baluardo che può salvarli da un nuovo saccheggio elettorale veltroniano, e rimetterli nel gioco politico.
Ma è anche sul tipo di opposizione da condurre verso il governo Berlusconi e la sua «egemonia politico-culturale» che la sinistra guarda a DAlema. «Lui e Bersani - spiega Franco Giordano - prospettano la necessità di unopposizione che ora non cè, e riconoscono unarea di sinistra che altri puntano solo ad annettere».
Ragionamenti non dissimili arrivano anche dalle sponde prodiane, dove si è sempre osteggiata la scelta di annientare la vecchia Unione fatta da Veltroni, e dove si guarda con sospetto e preoccupazione al «dialogo» con Berlusconi.
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