D’Alema in retromarcia: basta polemiche, l’Italia esca bene dal G8

L’ex ministro aveva previsto «scosse» che avrebbero minato il governo. Ma ora scopre che bisogna pensare al Paese

Niente più scosse, D’Alema ha finito l’elettricità. Black out. Ricordate? L’ex premier aveva parlato come la sibilla cumana, ospite di un programma televisivo proprio il giorno che iniziasse il «D’Addariogate» (il secondo presunto filone dopo il tormentone su Noemi), prevedendo con tono fosco prossime «scosse» che avrebbero messo in crisi il governo. Manco a farlo apposta la «scossa» avrebbe dovuto diffondersi proprio in coincidenza del G8 all’Aquila (che di scosse proprio non ha bisogno), così ragionavano gli aruspici dell’imminente caduta del sovrano. E invece? Niente scossa, anche Baffino ha perso la carica elettrica. Sentite cosa ha detto ieri lo stratega del ribaltone a luci rosse: «Questo non è il momento delle polemiche. La preoccupazione di tutti in questo G8 deve essere che l’Italia ne esca il meglio possibile». Parola dell’onorevole Massimo D’Alema (nella foto in tondo) prima di aprire a Sarzana la Festa nazionale dei Giovani Democratici. Il successo del G8 nella città del terremoto, un’idea di Berlusconi criticata da molti dell’opposizione, ha preso alla sprovvista chi si aspettava un summit catastrofico per il premier italiano, messo sotto schiaffo da quei famigerati scatti tenuti nel cassetto da chissà chi e pronti a uscire al momento giusto, nel momento peggiore per l’immagine di un capo di governo, il G8 appunto. Il castello di sabbia è crollato, è bastato un refolo di vento, e anche le balzane teorie del Guardian (quotidiano inglese di area laburista, cioè a sinistra) secondo cui l’Italia rischierebbe il posto nel tavolo dei Grandi della terra, vengono liquidate da D’Alema in poche parole con la sufficienza di chi ha appena sentito una idiozia: «Non esiste la possibilità, neppure tecnicamente, di espellere qualcuno dal G8... ». Segno di un cambiamento di rotta dell’opposizione, che finora aveva cavalcato la deriva gossip? Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini saluta così l’uscita pacificatrice di D’Alema: «Credo che D’Alema mostri senso dello Stato. È giusto dividere il momento dell’aspra polemica tra maggioranza e opposizione, da momenti come questi che sono momenti di collaborazione necessitata». Sarà pure un ritrovato senso dello Stato e della collaborazione tra governo e opposizione, ma al ministro Sandro Bondi la conversione di D’Alema non convince fino in fondo: «L’onorevole D’Alema guadagnerebbe credito se oggi dicesse: “L’Italia ha lavorato bene per preparare questo importante vertice internazionale.

Spero che si concluda positivamente per poter affrontare i problemi della crisi economica in cui si trova la comunità internazionale. L’opposizione in questo momento si riconosce nell’impegno e negli sforzi del presidente del Consiglio che rappresenta tutti gli italiani”». Ma dalle scosse anti Silvio a questo, il cammino pare ancora lungo.

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