Roma - Il generale Roberto Speciale non c’era e quindi non c’è stato nemmeno il tradizionale passaggio di consegne. Ma il nuovo comandante della Guardia di finanza Cosimo D’Arrigo non ha rinunciato a rivolgere al predecessore rimosso dal governo un tributo non di circostanza. «I saluti più affettuosi - ha detto alla cerimonia di insediamento - vanno al generale Roberto Speciale, verso il quale esprimo sentimenti di profonda stima e considerazione».
Parole che assumono un valore particolare anche perché ad ascoltarle c’erano sia il viceministro Vincenzo Visco, sia il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa. Il primo senza più le deleghe sulla Gdf proprio a causa delle rivelazioni che hanno portato anche alla rimozione di Speciale. Il secondo, protagonista nel corso del dibattito alla Camera di un attacco durissimo nei confronti del generale.
D’Arrigo ha assunto il comando del corpo «con l’assoluta certezza che continuerà ad operare con la lealtà e la dedizione che da sempre lo contraddistinguono». Ha rivendicato il ruolo della Gdf come «indiscussa protagonista nel tutelare il bilancio dello Stato, nel prevenire e reprimere ogni forma di criminalità economica e finanziaria, nel garantire il funzionamento del mercato e la libera impresa» e si è rivolto ai colleghi assicurando che «con fierezza e orgoglio lavoreremo per confermare il corpo come apprezzato ed insostituibile punto di riferimento per la vita democratica del Paese, compiendo fino in fondo il nostro dovere». Un discorso di insediamento, quindi, all’insegna della continuità anche rispetto alla precedente gestione.
L’opposto di quello tenuto alla cerimonia dal responsabile di via XX settembre, più che altro teso a sottolineare gli elementi di cambiamento che dovranno caratterizzare la guida delle Fiamme gialle a partire dal rapporto con il governo.
La rimozione di Speciale è diventata «una vicenda caratterizzata da uno scontro politico di asprezza inusitata». Ma gli attriti - ha spiegato il ministro - sono limitati al generale e non riguardano la Gdf: «Io posso testimoniare che mai, affermo e sottolineo con forza - ha assicurato Padoa-Schioppa - nel governo, nelle istituzioni , tra la gente, si sono levate critiche o anche solo riserve, sulla correttezza, la credibilità, la completa affidabilità della Guardia di finanza come istituzione e corpo al servizio dello Stato».
Per il futuro le speranze sono affidate a D’Arrigo. Padoa-Schioppa si è detto sicuro che «saprà intrattenere una interlocuzione istituzionale aperta e costruttiva con l’autorità di governo, volta a rinsaldare quel rapporto di fiducia e di collaborazione che è essenziale per il buon andamento di ogni amministrazione dello Stato e per perseguire gli alti obiettivi di risanamento, non solo economico, ma anche morale e civile del paese, che questo governo intende perseguire».
Un discorso, quindi, rivolto soprattutto agli uomini delle Fiamme gialle, per assicurargli che la rimozione di Speciale decisa dal governo di centrosinistra dopo le rivelazioni su Visco non comprometterà il rapporto con l’esecutivo.
A ben guardare, anche nel discorso di Padoa-Schioppa c’è un riconoscimento - probabilmente non voluto - a Speciale.
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