In ogni crisi cè sempre qualche risvolto positivo. Bisogna individuarlo. È il caso del 42° Salone nautico internazionale di Düsseldorf (da oggi a domenica prossima), una tra le più importanti rassegne mondiali della nautica da diporto. A conclusione delledizione 2010 un imprenditore commentava i risultati, un po deludenti, dellevento tedesco: «La crisi? È durissima, ma talvolta crea nuove opportunità per chi ha progetti validi e solidità economica». Ci furono, infatti, meno visitatori. E meno barche vendute. Insomma, meno interesse. Nel gennaio 2010 la nautica mondiale pagava un tributo pesantissimo alla crisi. Oggi, al taglio del nastro del 42° Salone, tira aria di cauto ottimismo. Massiccia la presenza italiana: 55 aziende, alle quali se ne aggiungono altre 40 ospiti dello spazio istituzionale Ucina-Ice.
Domanda scontata, ma dobbligo, al numero uno di Ucina-Confindustria Nautica, Anton Francesco Albertoni.
Presidente, in un mese due tra i saloni più importanti - oggi apre Dusseldorf, il 17 febbraio Miami - diranno se è ripresa vera. È così?
«Non potrebbe essere diversamente. Ma cè fiducia. I dati economici, infatti, dimostrano che la Germania, dopo la crisi finanziaria mondiale, è tornata al ruolo di locomotiva dEuropa. Detto questo, limportante investimento di Ucina per la presenza della nautica italiana al Boot Düsseldorf ci consentirà di verificare lo stato di salute del mercato nordeuropeo, tradizionale riferimento del nostro comparto».
Perché il nuovo spazio istituzionale Ucina-Ice?
«Perché vogliamo valorizzare le componenti di stile e design, elementi nei quali lItalia esprime capacità creative e produttive uniche, un vero valore aggiunto al prodotto nautico. Abbiamo voluto mettere laccento sulle sinergie co-branding con altre eccellenze del made in Italy: dal tessile allarredamento, fino allilluminotecnica. Portare al debutto in un salone nautico aziende come Artemide e Living - ma sono soltanto due esempi - significa soprattutto rafforzare la promozione delle nostre eccellenze in tutto il mondo».
Insomma, made in Italy in vetrina a 360 gradi...
«Sì. Ucina ha voluto unimpostazione associativa diversa. La collettiva di 40 aziende in uno spazio unico ha proprio questo obiettivo. Düsseldorf ha una storia particolare. Pur non essendo una città marina, è sempre stato il salone nautico di riferimento in Europa. Poi Genova ha dato il via alla lunga rimonta, grazie alla Darsena, al raddoppio della Marina, agli investimenti strutturali. È un salone che fino a qualche anno fa faceva 400mila visitatori. Anni in cui le cose andavano ancora bene e nessuno ipotizzava la grande crisi. Questanno, tuttavia, è un anno particolare. Come dicevo, infatti, la Germania cresce più di tutti, leconomia ha ripreso antichi ritmi. Bisogna sempre tenere presente che non si può parlare di crisi della nautica, semmai di un settore colpito dalla crisi globale. Se così è, nel momento in cui leconomia riparte, deve ripartire anche la nautica. Andiamo in Germania per capire soprattutto questo».
Le premesse ci sono...
«Non ci apettiamo una grande inversione di tendenza perché in ogni caso il diportisa tedesco viene nel Mediterraneo. Però è evidente che se leconomia tedesca torna forte, come sembra, per noi è un fatto decisamente importante.
Un mese cruciale per una diagnosi definitiva?
«Forse sì. Il mercato americano era entrato in crisi ancora prima che esplodesse il virus finanziario. Da anni abbiamo il problema del cambio euro-dollaro che ci penalizza mediamente del 30% rispetto alla concorrenza locale. Che sulla piccola nautica ha un effetto micidiale visto che i loro cantieri producono decine di migliaia di natanti a costi bassissimi. Noi negli Usa ci siamo sempre posizionati sul segmento medio-alto. Poi nel 2008 tutto sì è fermato. Da lì in poi abbiamo fatto due anni in caduta libera. Ora, però, da parte delle aziende cè voglia di riscossa. È un esame. Senza dimenticare che Miami, più di Fort Lauderdale, è il salone di riferimento per tutto il Sudamerica. E se è vero che il Brasile è in forte crescita non escludo possibili buone sorprese...».
Saloni a parte, aggiorni il bollettino medico...
«Cè sempre più divario tra le aziende piccole e i grandi gruppi. Lasso nella manica dei grandi è una rete commerciale globalizzata. Non perdono un colpo sul mercato.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.