Antonio Lodetti
Difficile fare la «boy band» a 46 anni suonati, con un po di pancetta e qualche ruga. Sono stati un simbolo per i ragazzini degli anni Ottanta, leader del movimento New Romantic (e acclamati dai nostri «paninari») con le loro melodie di facile consumo hanno venduto oltre settanta milioni di dischi e segnato le strade del costume più che quelle del pop. Comunque i Duran Duran sono di nuovo in pista nella formazione originale (dopo lalbum Seven & the Ragged Tiger si sciolsero e Le Bon e Rhodes tornarono tre anni dopo in trio, insieme a Warren Cuccurullo, con il cd Notorious prodotto dallec Chic Nile Rodgers), lanno scorso hanno pubblicato il nuovo cd Astronaut e ora sono in tournée in Italia, con tappa allinsegna del tutto esaurito domenica sera al Forum.
Brani orecchiabili e spruzzati di romanticismo che vanno a titillare le fantasie dei giovanissimi, ritmi ballabili che occhieggiano alle discoteche e alle radio; così Simon Le Bon, Nick Rhodes, John, Andy e Roger Taylor hanno costruito il loro successo e attaccano chi li ha sempre definiti una band «usa e getta». «Oggi siamo un punto di riferimento per gruppi come Franz Ferdinand e abbiamo lasciato un segno indelebile sulla musica dei nostri tempi, non so quanti altri possano dire altrettanto», tuona Simon Le Bon rivolgendosi a gruppi per ora latitanti come gli Spandau Ballett. Ciclicamente qualcuno ci riprova; gli N Sync ad esempio (definiti gli idoli adolescenziali più goffi della storia) hanno polverizzato ogni record vendendo in una settimana 2 milioni e 400 mila copie del cd No Strings Attached, ma sulla cresta dellonda è rimasto solo il loro leader Justyn Timberlake; i Duran invece hanno un particolare fascino che resiste al tempo, perlomeno in concerto. Gli ultimi dischi (da Meddazzaland a Pop Trash) non sono certo degli hit commerciali, ma da quando hanno ripreso le tournée, nel 2003, riempiono le arene in ogni parte del mondo. Per rafforzare il loro ruolo di Araba Fenice del pop hanno persino fatto da spalla ai concerti del rinnovato Robbie Williams e ora sono qui «per il piacere di suonare la musica che amiamo, senza pensare alle vendite o alle nuove tendenze».
Una serata per nostalgici? Chissà se al Forum ci saranno i ragazzi entusiasti ed isterici che diciassette anni fa tributarono ai Duran un clamoroso trionfo a San Siro? Bene o male il repertorio sarà quello, riarrangiato e attualizzato negli arrangiamenti, con linno di battaglia (ormai un pò obsoleto) Wild Boys e i loro numerosi megasuccessi come Rio, Save a Prayer, Notorious, Skin Trade, Hungry Like a Wolf passando per Taste the Summer, Astronauts e What Happens Tomorrow che va fortissimo nelle radio.
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