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Dall’inchiesta alle prime condanne

Una lunga intervista, due pagine fitte, su Repubblica in edicola ieri. Titolo in prima: «Io e il presidente Tronchetti, ecco la verità». La «verità» in questione è quella raccontata da Giuliano Tavaroli, l’ex capo della security di Telecom che ha patteggiato una condanna a 4 anni e due mesi per truffa e associazione per delinquere. L’inchiesta, una delle più lunghe, complesse e mediatiche del decennio, aveva al centro proprio lui, l’ex carabiniere responsabile della sicurezza del colosso telefonico. E protagonista, secondo l’accusa, di una rete capillare di spionaggio illegale. Una vicenda della quale Telecom si è sempre dichiarata non solo estranea ma anche vittima, fino a costituirsi parte civile al processo. Tavaroli, nell’intervista di ieri, accusa pesantemente Tronchetti: «Sapeva tutto», «è un codardo». Quindi tira in ballo una lunga lista di personaggi eccellenti, da Luca Cordero di Montezemolo a Carlo De Benedetti, da Massimo Moratti a Giulio Tremonti e Massimo D’Alema.
L’inchiesta sul sistema di spionaggio all’ombra di Telecom parte nel 2002 dalla Procura di Milano. Quattro anni dopo, l’arresto di Tavaroli e altri 21 tra cui Emanuele Cipriani, titolare di un’agenzia d’investigazioni private, il manager Pirelli Pierguido Iezzi e Marco Mancini, l’ex agente del Sismi già al centro dell’indagine sul sequestro di Abu Omar. Nel luglio 2008 i Pm chiudono le indagini e chiedono 34 rinvii a giudizio. Secondo l’accusa - raccolta in ben 169 faldoni di documenti - gli «spioni», con l’aiuto di un gruppo di pirati informatici detti «Tiger Team», erano entrati nella vita di decine di personaggi pubblici, dal vicedirettore del Corriere della Sera Massimo Mucchetti all’ex ad di Rcs Vittorio Colao, a personaggi dello sport come Franco Carraro, Luciano Moggi e Christian Vieri, fino a protagonisti dell’economia come Marcellino Gavio, Emilio Gnutti e Cesare Geronzi. Il 28 maggio di quest’anno, al termine dell’udienza preliminare, Tavaroli ha patteggiato. Condanna a 3 anni e 4 mesi per l’ex capo della squadra informatica di Telecom, Fabio Ghioni, e a due anni e 8 mesi per l’ex manager Pirelli, Pierguido Iezzi.

Prosciolto invece Mancini. Dodici le persone rinviate a giudizio tra cui Cipriani, l’ex capo della sicurezza di Telecom Brasile Angelo Jannone e l’ex funzionario Sisde Marco Bernardini. La prima udienza del processo è fissata il 22 settembre.

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