Dalle «vasche» in via Cantore alla corte di Mina

Mauro Culotta, chitarrista e autore di molti big della canzone italiana racconta i loro segreti in un sito

Marzia Fossati

Sintetizzare in poche righe l’avventura di Mauro Culotta, autore e musicista dall’interminabile curriculum, non è un’impresa facile, direi anzi quasi impossibile. Sì, perché definire la straordinaria avventura artistica e umana di Mauro, popolata da una folta galleria di personaggi, solo «vita», è nei favolosi anni ’60, l’avventura di questo eterno ragazzo, cresciuto a latte e musica da un padre musicista, a Genova quel ragazzo è ritornato, oggi, 40 anni dopo. Così, in tempi di internet e cybernaviganti, Mauro ha asservito la moderna tecnologia al sound degli anni d’oro realizzando un ricchissimo sito (www.mauroculotta.net, si entra cliccando nell’occhio del drago) nella cui «zona live» è possibile scaricare chicche e rarità di artisti come Mia Martini, Ivano Fossati o Mina.
Percorso musicale che prese il suo avvio dall’Istituto Don Bosco di Sampierdarena, dove il cantautore ancora in erba fondò il suo primo complesso, i «The Killers», con cui strimpellava nei momenti liberi, quando non era impegnato nelle famose «vasche» di via Cantore, «trascorse discutendo continuamente di musica», ricorda lui. Arrivò ai «Gens» con cui nel ’72 agguantò una vittoria al Cantagiro e un secondo posto al Festivalbar grazie al tormentone «Per chi», versione italiana della nota «Whitout you», ripresa poi nel ’95 da Mariah Carey.
È qui che Mauro inserisce la quinta, e parte per un viaggio a 100 km/h attraverso l’Italia, l’Europa e l’America, con puntate anche in Australia, sempre accompagnando in tournée artisti anche molto diversi tra loro. La prima band in tour a richiederlo come chitarrista furono i Ricchi e Poveri, seguiti a ruota da Ornella Vanoni e da Ivano Fossati, «un amico - ricorda Mauro - ma soprattutto un grande artista e un grande uomo, di una correttezza e di un’educazione rare nel mondo dello spettacolo». Poi arrivò lei, il ciclone: Loredana Berté. Lunatica, capricciosa e imprevedibile «Era molto difficile e stressante lavorare con lei, talvolta era capace di inaspettati slanci di generosità».
È però sua sorella, l’indimenticabile Mia Martini, quella che Mauro ricorda come «la più grande esperienza artistica della mia vita. Mimì era a mio avviso l’unica artista che sapesse ricreare l’atmosfera di un club anche nella piazza più affollata. Si instaurava durante i concerti, fra lei e il pubblico, un’aura di magica energia».

E da Eugenio Finardi «che durante i live si dissetava con lattine di Fanta “truccate”, a Eros Ramazzotti «irrispettoso e pieno di sé, lontano mille miglia dalla classe di Fossati», passando attraverso altre innumerevoli esperienze, Mauro è approdato finalmente alla diva delle dive: Mina, per cui ha scritto canzoni come «Ti accompagnerò» e con cui ha collaborato praticamente fino a ieri.

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