«Se le può interessare, stiamo organizzando la Marcia su Roma per il giorno 8 settembre; ci ritroveremo in mattinata davanti Montecitorio. Il tutto è stato organizzato da alcuni camerati di buona volontà, ed io sarei contento se anche lei possa unirsi a noi, magari pubblicizzando l’evento con un pezzo su Il Giornale».
Così mi scrive il nuovo duce, Alberto Castagna da Isernia. E io superata l’incredulità iniziale, obbedisco. Castagna fondò qualche anno fa il Partito Fascista Repubblicano e assolto in Cassazione per l’ardita impresa, si sente ora autorizzato a marciare su Roma e assediare il Palazzo di mattina, cioè in ora ztl.
Lascio a lui spiegare il senso della Marcia: «Vista l’attuale situazione politica, con un mare di inutili parlamentari sempre pronti al litigio, il sottoscritto si propone di prendere in mano le redini del Paese, abolire il parlamento dando pieni poteri al capo del Governo, istituire di nuovo le camicie nere, inquadrate nella milizia volontaria per la sicurezza nazionale, con il compito di sradicare le mafie sul territorio, di recuperare fatture inevase negli studi di notai, medici, avvocati ecc. anche con l’uso di una sana e costruttiva manganellata in caso di non collaborazione del furbo di turno.
Avranno inoltre il compito di pizzicare gli sfaccendati che passano il loro tempo ad oziare nei bar, prelevarli e mandarli a lavorare nei campi, dove la manodopera è molto scarsa».
Italiani, pazientate solo qualche giorno. L’8 settembre usciamo dalla crisi ed entriamo nella farsa, dal vivo.
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